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ALLUCINAZIONE PERVERSA regia di Adrian Lyne

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     9 / 10  04/11/2010 02:16:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film incredibilmente atipico per un Adrian Lyne che si conosce quasi esclusivamente per lavori quali Nove settimane e mezzo e Proposta indecente, ed altrettanto incredibile è il fatto che questo è probabilmente la sua migliore opera ed è piuttosto sconosciuta e sottovalutata.

Allucinazione perversa è un vero e proprio viaggio negli abissi e nei meandri della mente umana, una discesa quasi dantesca negli inferi dell'inconscio, fino a toccare il fondo dove si annidano le paure più recondite e gli incubi più atroci, per poi arrivare alla catarsi e alla liberazione dal male, e salire finalmente verso un paradiso di pace interiore.
Un trip allucinogeno e allucinato, onirico e surreale, messo in scena con una maestria visionaria degna dei migliori Lynch e Cronenberg, e pervaso da un'angoscia terribile, sottile ed opprimente. Varie sequenze suscitano dei sani brividi (l'inizio folgorante in metropolitana, la scena del ballo, il ricovero in ospedale e la corsa in barella in mezzo a pazzi psicopatici e a corpi fatti a pezzi) e l'effetto divenuto famoso come "shaking head" (a quanto pare debitore dei fratelli Quay - i famosi gemelli "pupilli" ed allievi di Svankmajer - di "Streets of Crocodiles", famoso corto surreale - e surrealista - dell'86) è meravigliosamente orribile (ed oltretutto effettuato tutto senza computer grafica).
Come la mente del protagonista, che non riesce più a distinguere la linea di confine fra realtà e incubo, anche la sceneggiatura è confusa, con punte quasi illogiche, e si dipana oscillando continuamente fra thriller psicologico, horror, film di denuncia, e thriller da "scopera del colpevole e della verità" costellato di piccoli "indizi" al suo interno che suggeriscono allo spettatore la soluzione dell'enigma (in questo ricorda molto L'uomo senza sonno di Anderson).

L'obiettivo di Lyne è, al di sopra di tutto, imbastire una critica sbandieratissima ai veri orrori non raccontati della Guerra in Vietnam. C'è un feroce attacco a quell'America il cui spirito guerrafondaio ha raggiunto un tale livello di pazzia da dimenticare completamente etica ed umanità e dare il via alla sperimentazione chimica brutale sul proprio stesso esercito (la droga denominata dal chimico Matt Craven "The Ladder", la metaforica scala che conduce i soldati nei recessi dell'anima popolati solo da una bestialità primitiva, fa riferimento al BZ, il 3-chinoclidinile benzilato, uno stupefacente il cui uso nella guerra in Vietnam gli Stati Uniti hanno sempre negato e nascosto).
Tutto ciò scomodando il misticismo religioso, la filosofia teologica di Meister Eckhart e soprattutto l'allegoria biblica della "Scala di Giacobbe", che nei secoli ha assunto diversi significati, reinterpretandola in chiave moderna.
A dir la verità tutto il film è impostato su una matrice allegorica di derivazione biblica. Ed ecco quindi che Louis (Danny Aiello) diventa un angelo che, come accadde con Giacobbe a Bethel ("La casa di Dio"), in sogno apre a Jakob la via per la dimensione ultraterrena, per un'aldilà fatto di pace e serenità, catartizzandolo dalla paura (la guerra), dai sensi di colpa (la matrice allegorica continua: l'aver lasciato Sarah, simbolo della positività, per Jezebel, che non a caso è simbolo dell'adulterio, di un eros quasi collegato alla morte, come nella scena del ballo dove essa mimando un atto sessuale si trasforma in un mostro infernale), dal dolore (la perdita del figlio Gabe), dal male psicologico somatizzato in male fisico (il mal di schiena cronico).
Finale davvero spiazzante e meraviglioso, che lascia la mente aperta ad altre interpretazioni e ad altri concetti.

Le prove degli attori sono tutte fantastiche, da un maiuscolo Tim Robbins agli ottimi Pruitt Taylor Vince, Danny Aiello ed Elizabeth Pena.
In sostanza è un thriller con punte di genialità, pregno di tematiche disparate che si possono approfondire a dismisura (la guerra, la morale scientifica, l'esperienza pre-morte). Uno dei migliori e più innovativi thriller degli anni '90, un film di guerra che ne racconta gli orrori senza quasi mostrarne alcuna scena, ma portandone alla luce le conseguenze e gli effetti sul singolo, che sono ancora più terribili ed orribili dell'atto bellico in sé.
Noodles_  04/11/2010 11:22:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento. Anch'io adoro questo film, geniale e sottovalutato.
Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  04/11/2010 13:00:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio per i complimenti :)
Concordo, grandissimo film. Ancora non mi capacito di come diavolo sia possibile che sia un'opera di Lyne...
Visto che ci sono te lo chiedo: sai dove posso trovare la frase intera in italiano detta da Danny Aiello a Robbins a proposito dei demoni ? Sai quella "all'inferno brucia solo la parte di te che rimane attaccata alla vita"...
Noodles_  04/11/2010 13:55:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si è vero, c'entra proprio poco con Lyne.
Sulla frase provo a informarmi e nel caso ti faccio sapere.

Noodles_  05/11/2010 10:04:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti riferisci all'opera di Eckart? Cioè vuoi sapere in quale suo scritto compaiono quelle frasi? Se no non ho capito bene cosa stai cercando.
Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  05/11/2010 14:59:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, voglio dire la citazione del film proprio... cioè volevo chiederti se si riesce a trovare scritto da qualche parte, fra le citazioni di "Allucinazione Perversa", tutto il discorso che fa Aiello a Robbins...
Per esempio su Wikiquote non c'è niente...
Noodles_  05/11/2010 19:13:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No non ho trovato nulla neanch'io, a parte un estratto (in inglese) su Wikipedia, che sicuramente avrai già visto...