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DRAGON BALL Z - LA BATTAGLIA DEGLI DEI regia di Masahiro Hosoda

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Testu     6½ / 10  31/08/2015 20:17:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh come espresso da molti altri è senza dubbio un film che ritorna a linee più comiche, ma non lo paragonerei alle origini del Goku bambino, di quelle ho percepito solo ll'iraconda Bulma e il Goku adulto, tornato finalmente davvero ad essere uno scioccone puro e modesto (o meglio alle strette conscio dei suoi limiti) pur mantenendo la sua tipica combattività. Una linea che si era macchiata con Freezer e persa con subito dopo, in favore del buono ammazza cattivi che non si può arrendere per nessun motivo e alla fine vince in un modo o in un altro. La sensazione di atmosfera è più vicina alla saga di Majin Bu (che era erede spirituale della saga Tenkaichi e di Piccolo), di cui il film è seguito diretto, e forse cancellatore del filone GT, che già sballato nei limiti combattivi oltre il limite consentito, ormai si incastrerebbe ancora peggio nell'universo fatta da un Toriyama da tempo poco interessato alla sua vecchia creatura. Il fatto di prendersi alla leggera è sicuramente un punto a favore del film, ma l'umorismo ahimè è scarsotto, buono per un pubblico giovane ma per la maggior parte ormai cresciuto. Il ripescare Pilaf e compagnia ha fatto sicuramente piacere al cuore di noi fan più vecchiotti, ma la loro inclusione è stata come in passato un riempitivo puro e semplice e la tardiva parziale valorizzazione di Mai, che era sempre sembrata la più capace del trio, oltre che carina, risulta un po inquietante nella sua versione chibizzata e conquistatrice, una scelta che nell'odierno mondo internettiano appare meno spontanea e un po inquietante. Oltre ciò, se al tempo poteva in qualche modo far sorridere piacevolmente vedere Vegeta imborghesito, ritrovarlo, per la prima volta pauroso, pagliaccio canterino e nuovamente vendicativo in stile "future-Trunks ferito" fa solo tristezza infinita, per non parlare dei discorsetti imbronciatelli da commare. La citazione poi del suo assurdo fratellino recente porta pure ad una soluzione di per se ridicola per la trasformazione di Goku. Il lungometraggio si apprezza nel suo complesso più per il gattesco distruttore Bills e per il finale atipico, ma il modo di combattere la battaglia non è stato altro che l'ennesimo ripescaggio spudorato di cose già viste e riviste: proiettili energetici, che nella storia dragonballiana che io ricordi non sono mai serviti a niente di niente, nemmeno una volta, solo rumore e fumo, poi un misto tra la genkidamà e la sfera spaccapianeti di Freezer, una reminiscenza degli amici che tifano per rimettersi in piedi, scena che definire vetusta è un eufemismo, e pugnetti teletrasportati di cui ormai solo il rimbombo dovrebbe sgretolare l'intero arcipelago, mentre invece già la sola città rimane più stabile (e plasticosa) che ai tempi di Napa e Radish, e nonostante tutti i personaggi dicano al solito "uuuh... iiih che potenza incredibile" , ma dove? A parte le canzoni in sottofondo per creare forza la spettacolarità è sempre la stessa di 25 anni fa. Insomma oltre la volontà di creare un paio di personaggi simpatici da aggiungere al cast stabile, non si sono sprecati per nulla e l'artificioso stile alla Toriyama, super lucidato e irrigidito è davvero mediocre come fattura, inferiore a prodotti passati e non si fa fatica a credere che aggiustamenti a parte ci siano stati lavoratori part-time sottopagati per fare le scene.
Piacevole, ma mediocre, ecco come ho trovato "la Battaglia degli Dei". La scusa dell'assorbimento dello status temporaneo per far vedere la solita capigliatura paglierina è una scelta che non ho capito dato che comunque non è uno status permanente. Ceto colorare semplicemente di rosso quella standard a mo di omaggio al SSIV era penosa ma si poteva fare di meglio. Non condivido nemmeno la scelta di relegare in un angolino Gohan, comunque più forte del padre, mentre ho trovato più che dovuta una certa sculacciata a un certo personaggio irritante.

La saga ha riprovato ad abbandonare nuovamente l'epicità per svecchiarsi e campare ancora un po, e forseee stavolta riuscita a creare delle basi migliori del GT, ma l'accanimento terapeutico ormai non provoca nemmeno più dolore. Una saga morta da tempo, che ormai si recupera quando si ha tempo, come un vecchio amico d'infanzia che si incontra per strada e si invita a prendere un caffè per aggiornarsi a vicenda, senza più nessun ombra di entusiamo per la compagnia, ma solo un po di affettuosa nostalgia.