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RAZZABASTARDA regia di Alessandro Gassman

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     4½ / 10  22/04/2013 17:23:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dice di ispirarsi a Kassowitz, ma fin dal primo fotogramma tutti finiscono per citare Pasolini, o Sergio Citti (chissà che contento quest'ultimo visto che è morto dimenticato da tutti, e in miseria...). La vicenda di Roman e suo figlio Nicu induce a certi scenari non a caso è sorprendente e inatteso il cameo di Nadia Rinaldi che sembra uscita proprio dalle immagini di Ostia e Storie scellerate del compianto Citti. Soprattutto nella parte centrale del film, prevale una dimensione iperrealistica che non spiace affatto, v. il personaggio del Taleban contraddittorio pusher che cita Ghost dog e altri celebri referenti letterari. In questo contesto, l'esordio registico di Gassman Jr. sembra pretendere di dare un sostegno morale (moralizzante) a uno squallore che della moralità non sa che farsene. Non è mica vero che ci sono sempre delle ragioni, se nasci figlio di... tale resti per tutta la vita, inutile negarlo. E' una sorta di educazione alla vita sostenuta dall'eco di un sacrificio (capirai...) inaccettabile e fuorilegge dove si muovono però (questo è un aspetto interessante, devo dire, per quanto qualunquista) fuorilegge straccioni che vivono in topaie e fuorilegge laureati in gessato grigio o limousine. Tumultuoso nel suo greve cameratismo, con tanto di musica rumena debitrice del klezhmer arabo (perchè tanto gli extra... sono tutti uguali non lo dico io però) il film si indebolisce sempre più, fino a un'epilogo che sorprende in negativo per il suo vuoto sensazionalismo.
Insomma, è il solìto cinema italiano compiaciuto, indulgente, autoreferenziale, che crede che basti l'odore di fogna per diventare Pasolini o Citti, senza uscire dai clichè del peggior cinema di denuncia che duetta con il cinema di genere. Spicca però qualche momento riuscito, un promettente attore (quello che recita nei panni del figlio di Roman), e per il resto tante buone intenzioni perse per strada. Esilarante è soprattutto la performance di Gassman, una macchietta ai limiti del parossismo, un gigionismo tracotante e anabolizzante (era proprio il caso?) di chi conosce la materia da lontano, molto lontano, pranzando (con tutto il rispetto) nei ristoranti di Via Veneto per apparire sulle copertine di Chi
arturo  04/05/2013 09:28:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
condivivo in pieno, a parte la frecciatina sui ristoranti di via Veneto, dove ormai mangiano (male) solo turisti russi e giapponesi. Gassman avrà sicuramente di meglio
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  06/05/2013 18:56:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Davvero? Ormai anche le vecchie babilonie popolari sono finite