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LA CASA (2013) regia di Fede Alvarez

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Eddie993     4½ / 10  07/07/2013 20:03:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto questo film almeno tre volte cercando diversi approcci. La prima volta l'ho guardato facendo (inevitabili) paragoni con l'originale, la seconda ho cercato di vederlo come film a sé, non legato all'originale, mentre la terza volta ho cercato di analizzare gli aspetti prettamente tecnici come recitazione e regia.
Purtroppo l'ho trovato deludente su tutti i fronti.
Premetto di non essere prevenuto di fronte al concetto di Remake, anzi, li accolgo tutti con una certa curiosità cercando di capire se e come è stata tolta la patina del tempo che inevitabilmente tende ad offuscare un po' molte pellicole "classiche". Per non parlare poi di Remake diretti da grandi registi che poco hanno da invidiare agli originali ("La Mosca" di D. Cronenberg o "La Cosa" di J. Carpenter per citarne due celebri).

La scelta di dirigere un remake di un film di culto come "Evil Dead" è sicuramente rischiosa/coraggiosa, soprattutto per un regista esordiente come Fede Alvarez, che non è, infatti, riuscito a mantenere le (alte) aspettative che si erano create.
La cosa che più mi ha disturbato durante la visione del film è stato il continuo richiamo alla pellicola del 1981. Non è un male omaggiare il film originale, anzi, è quasi d'obbligo trattandosi di Remake, ma se ogni inquadratura od ogni particolare è funzionale a questo, si scade in un citazionismo estremizzato che risulta inutile e pesante. Soprattutto le inquadrature e i movimenti della videocamera che richiamano quelli del primo film stonano decisamente con lo stile registico che contraddistingue il resto dell'opera.
Praticamente assente, poi, la caratterizzazione dei personaggi. Era interessante, ad esempio, il motivo che spinge i ragazzi ad andare nella casa (la dipendenza dalla droga di una delle protagoniste, a differenza del primo film dove era una semplice vacanza), espediente che poteva dare una chiave di lettura interessante al film, ma che viene lasciata subito da parte. Si sente inoltre la mancanza di un personaggio carismatico come l'Ash interpretato da Bruce Campbell.
Infine il grande pregio del film di Raimi era la forte autoironia, il gioco operato sui corpi che diventavano puri oggetti di sadiche trasformazioni che sfociavano non tanto nel violento quanto nel grottesco, creando un effetto a metà strada tra il tragico e il comico. In questo Remake il senso del grottesco e dell'autoironico si alternano a scene che tendono a prendersi troppo seriamente, come se il regista avesse cambiato varie volte nel corso delle riprese idea su quale fosse il registro stilistico da utilizzare.

Ma visto come film a sé?
La situazione qua si fa meno grave: è un horror di maniera, forse godibile se non si fanno confronti con l'originale.
La regia è anonima, la recitazione è piatta e la trama è, come in molti (troppi) altri film di genere un pretesto per concludere con uno spettacolo grandguignolesco grondante di sangue e interiora.
Ma anche in questo caso non si capisce dove si voglia andare a parare. Il film vuole essere preso sul serio o vuole solo essere un pretesto per intrattenere un pubblico abituato ormai ad una estetizzazione estrema della violenza? Alvarez vorrebbe osare, ma non lo fa mai fino in fondo, trasmettendo un forte senso di incompletezza.

In definitiva un film pessimo se visto in relazione alla sua natura di Remake, e godibile ma più che dimenticabile se visto come semplice Horror.