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MI RIFACCIO VIVO regia di Sergio Rubini

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5 / 10  15/05/2013 19:23:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ultimo Rubini mi ha a dir poco sconcertato. Si tratta di un calderone dove finisce un po' di tutto, da John Landis ai Monty Python, da Sordi ai De Filippo, da Frank Capra al cabaret televisivo stile Zelig, citando persino Pieraccioni e Virzì. Nientemeno. Ma più che mai è un modo "amatriciano" di tributare il cinema demenziale e surreale d'oltreoceano, attraverso una serie di trovate - alcune gustose, altre terribili - che vorrebbero essere esilaranti e diventano spesso intenzionalmente imbarazzanti. Questo bisogno di essere sopra le righe, al limite del buon gusto (si veda la sequenza loffia in Vaticano, davvero deplorevole...) sfiora la parodia delle parodie anche quando vorrebbe atteggiarsi a cose serie - raccontate con ironia, ah giusto. Mi sembra che "Mi rifaccio vivo" sia ambivalente, ora grazioso (v. l'ecumenismo delle cucine etniche) ora impresentabile, come una ciambella con un buco... fatto nell'acqua. Solfrizzi è al solìto amabile e guascone, Marcorè fuori posto e non abbastanza insolente, la Buy che gioca a fare la svampita frigida...no comment. L'intenzione di raccontarci un mondo economicamente alla deriva è incoraggiante, ma Dan Aykroyd ed Eddie Murphy erano - con tutto il rispetto - tutta un'altra storia.
Salvo i casi in cui il coinvolgimento vira verso lidi insoliti, come l'Eden di anime perse in camice bianco (e gustoso il cameo di Iacchetti) o un appuntamento mancato verso un destino perduto. Peccato che nel complesso sembri di assistere a una serie di sketch televisivi che pretendono la compiutezza stilistica di un prodotto di cinema d'autore. Gradevole ma pieno di vuoto