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IL GRANDE GATSBY (2013) regia di Baz Luhrmann

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Terry Malloy     4½ / 10  21/05/2013 11:21:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo "On the road" (che comunque mi era piaciuto) un altro massacro letterario, di un romanzo assolutamente straordinario che non aveva alcun bisogno di essere trasposto sul cinema, tranne ovviamente quello di fare una montagna apocalittica, decisamente gatsbiana, di denaro. Come nel romanzo Daisy ha una voce "full of coins", questo è un prodotto che suona, odora, è sostanziato di soldi. Ma questo non doveva essere necessariamente un male, se il film fosse venuto bene. Peccato che sia uscito come un pessimo, ricchissimo aborto di opera d'arte, una cosa kitch come non si vedeva da tempo immemore. La fotografia sembra "Via col vento" unita alla pubblicità della Ceres, le musiche (a parte quella magnifica degli XX) sono fin troppo scontate e non hanno il peso che mi aspettavo, i virtuosismi della mdp sembrano gli zoom di Google Earth, il tutto assemblato mi ha ricordato quel polpettone di cattivo gusto che è "Amabili resti", poi ci sono varie interpretazioni fuori parte, su cui svetta Di Caprio che, come il suo personaggio, si fa surclassare bellamente dal bravissimo e carismatico Joel Edgerton/Tom Buchanan (come succede spesso per il pur buon Di Caprio, a partire da quando Billy Zane gli rubò la scena in "Titanic" interpretando magistralmente Cal Hocley), ma anche la sciapa Carey Mulligan (che dai bei tempi di "An education" mi piace sempre meno) surclassata bellamente anche lei da una splendida e ammiccante Elizabeth Debicki/Jordan Baker miseramente ridotta a ruolo di tritagonista, quasi come fossimo in una tragedia greca (Ismene, il personaggio muto della storia di Antigone), e invece personaggio pulsante e stupendo del polifonico romanzo di Fitzgerald, un personaggio a cui mi ero affezionato durante la catartica lettura e che qui, grazie a un'attrice molto brava, riesce a ritagliarsi nonostante i profondi e spericolati tagli di sceneggiatura (su inspiegabili due ore e venti di film) un posto d'onore fatto di allusioni, mimica, presenza, bellezza, eleganza, insomma un film salvato in extremis non dalle interpretazioni principali (Maguire si salva, anche se Nick è molto più ombroso e non sorride come un deficiente a ogni frase, e poi tutta la trovata del caz.zo dello psichiatra sa di Coscienza di Zeno post-litteram, e non se ne capisce il motivo), bensì dalle interpretazioni di cui normalmente ci dimenticheremmo.
Per il resto, spero di dimenticarmi presto della regia videoclippara à la Danny Boyle, le scritte in sovraimpressione degne degli ashtag nei video di Robin Thicke, la scena al rallenty dell'incidente (???), la voce compiaciuta di Nick, l'incapacità più totale di rendere la tumultuosa e magmatica scrittura di Scott che riesce a ricreare un mondo intero di dissoluzione morale e di dolore attraverso uno stile allusivo, che procede per ripidissimi scorci prospettici, che riesce continuamente ad incantare e a stupire, senza conferire mai l'impressione di assistere a una storia d'amore, ma solo a una storia di dolore, di perdita, di quella capacità tutta maschile e fantasmatica di amare qualcosa che non esiste, se non nella nostra mente (rimando al bellissimo "M. Butterfly" di Cronenberg).

Ciò detto si poteva benissimo dare un bel 6, perché il film è godibilissimo (soprattutto nella seconda parte), ma questo non è merito di Luhrmann, ma della bellissima storia inventata da uno degli scrittori americani che più hanno contribuito al progresso della scrittura, della letteratura, mattone su mattone di cultura pop (il dott. Eckleburg), di postmoderno, di beat generation, di ogni tendenza più prolifica e seria del romanzo americano. Luhrmann ha provato con onestà a rendere non solo la storia, ma uno stile, a creare un film autonomo rispetto all'antenato cartaceo, ma è evidente che non ne ha minimamente le capacità. Peccato.
Slothrop  21/05/2013 14:52:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono affatto d'accordo col tuo giudizio ma il tuo commento è scritto e argomentato così bene che leggerlo è stato un piacere. In particolare ho apprezzato i riferimenti alla cultura pop contemporanea ;)
Terry Malloy  21/05/2013 19:59:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, ti rendo l'onore delle armi :)

Ah colgo l'occasione per chiarire una cosa: le musiche sono assolutamente favolose (Lana Del Rey, Emeli Sandé, Gotye, XX, Sia, insomma il meglio del pop contemporaneo), ma se ascoltate da album. Nel film sono percettivamente assenti, in compenso abbiamo un continuo di archi che suonano melensi giri di quattro accordi, un Gershwin un po' sbrodolato e deprivato della sua potenza espressiva (cioè, ce lo ricordiamo Manhattan?), e qualche altra *******ta (specialmente hip-hop). Magari mi sbaglio, ma quando mi sono ascoltato la colonna sonora sul tubo ho stentato a crederci. Per l'appunto l'unico brano che ho riconosciuto è stato quello degli XX.
elio91  21/05/2013 11:37:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E adesso tutti a vedere La grande bellezza!
Terry Malloy  21/05/2013 11:40:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
AHAHAHAHAHAHAHAH! In settimana.
elio91  21/05/2013 11:43:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Yeah. Ma è una sensazione o lurido Lurhmann è un pò come Baricco, uno che in fondo sta sul cùlo a tutti per le sue sbrodolate?
Io ho provato a guardare Australia ma poi ho preferito di gran lunga sedermi sul letto, triste, a guardare le stelle pensando alla fame nel mondo.
VincentVega1  21/05/2013 11:53:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il suo problema è essere estremamente checca. probabilmente se fosse stato italiano avrebbe preso il posto di enzo miccio.
elio91  21/05/2013 12:02:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buahahahahaha
Terry Malloy  21/05/2013 19:55:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vi voglio bene a tutti e due