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PHIL SPECTOR regia di David Mamet

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BlueBlaster     6½ / 10  19/02/2015 01:42:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In bilico tra legal-thriller e biopic...questo film per la TV statunitense si poggia principalmente sulle esperte spalle di un Pacino in grande spolvero.
Ruolo che gli calza a pennello essendo un film di "stampo teatrale" con poche location e molti dialoghi, il personaggio di Spector è così sopra le righe che nessun altro meglio si sarebbe prestato ad interpretarlo se non il grande Alfonso. Sappiamo tutti come Pacino abbia una predilezione per i drammi shakespeariani e questo pare proprio un personaggio di quei drammi...grottesco ma elegante, bipolare ma carismatico, esaltato ma insicuro, geniale ma psicotico.
Tale Spector lo avevo sentito nominare di fama artistica ma non lo conoscevo dal punto di vista dei "vezzi" umani (per usare un eufemismo) sino a quando ho letto alcune curiosità che lo riguardano nella biografia dei Ramones...Spector produsse il loro quinto album "End of Century" e per loro fu inferno! Note ripetute centinaia di volte, obbligati ad ascoltarlo nei suoi deliri e minacciati con la pistola ad assecondarlo...alla fine l'album non vendette un càzzo comunque! Non è vero quello che è scritto sulla trama qui sopra che "li portò al successo" ma anzi dovendo sborsare 700.000 dollari stavano per andare in bancarotta.

Il film si pone come un resoconto della prima parte del processo per omicidio che vedeva il produttore imputato.
Non si vede l'omicidio, non si vede l'epilogo del processo e sopratutto la carriera artistica di Spector è solo citata...quindi non ci si deve aspettare un vero biopic ma una specie di documentario che narra gli eventi cruciali di una decina di giorni del tramonto di un artista di fama mondiale.
Vengono spesso chiamati in causa processi storici come quello di O.J. Simpson tanto per rendere l'idea dell'impatto mediatico attorno a questa figura; un personaggio così eccentrico e pieno di difetti tanto da essere il perfetto capro espiatorio da mettere alla gogna, INNOCENTE O COLPEVOLE CHE SIA, come esempio per tutti i personaggi strambi dello star system che si credono onnipotenti!
Il film, dall'inizio alla fine, non cerca di trovare la soluzione al giallo di questa morte e non sceglie da che parte stare (anche se mi è parso leggermente a favore di Spector)...vedrete come finirà, se non lo sapete già, ma questo non significa che saprete se lui abbia ucciso o no la ragazza.

Helen Mirren nelle fasi iniziali sembrerebbe la vera protagonista ma dall'entrata in scena di Pacino viene eclissata dalla maestosità recitativa, e perché non visiva in questo caso, di questo mito senza tempo che a 73 anni ci regala un'ennesima perla. La Mirren, che già non ho mai considerato poi troppo talentuosa, se la cava degnamente ma rimane impietrita dinnanzi a sua maestà Al e dico maestà perché in questo personaggio pare davvero incarnare uno di quei sovrani egocentrici e vanitosi tipo Re Sole (di cui nel film si vede pure un dipinto tanto per confermare il paragone).
E' definitivamente chiaro che lo scontro a distanza, durato per decenni, tra Pacino e De Niro e stato vnto dal primo...se già nel periodo d'oro,a mio gusto, Pacino era mediamente superiore al comunque ottimo De Niro...ora che le loro carriere sono sul viale del tramonto si fa netta la vittoria di Al visto che lui si mette in gioco (vincendo) con film impegnati, salvo rari casi, ed interpretazioni sentite mentre Robert si vende perlopiù alle commediole spesso ridicole inflazionando il suo valore artistico per quattro spicci ed un pò di popolarità e qui si vede chi dei due ha radici teatrali e scuola che gli permettono di affrontare la vecchiaia con grande dignità artistica.
Il regista e sceneggiatore è David Mamet (drammaturgo e sceneggiatore di frande fama) ed ovvio quindi aspettarsi un'impostazione teatrale come dicevo, un film statico e fondato su accesi dialoghi e filosofia. Il regista non può fare altro che immortalare la performance dell'attore e si concede di tanto in tanto qualche pianosequenza per dar prova di stile o riprese con camera a mano a dare quel senso documentaristico che la storia necessitava.
Non essendo un film di virtuosismi tecnici o con dispendio economico di effetti speciali o altro, ci si concede un'ottima cura scenografica per quanto concerne la bizzarra abitazione di Spector... a questo vanno aggiunti un ottimo make up (vedi anche parrucche del protagonista) e costumi oltre ad una eccellente fotografia.

Che dire della sceneggiatura...non è certo un capolavoro ma i messaggi arrivano chiari allo spettatore e nonostante il ritmo sia compassato la fluidità non manca e la visione non annoia.
Qualche buon pezzo prodotto da Spector lo si può sentire e le citazioni alla musica non mancano.
Il soggetto è relativamente interessante anche per i non appassionati di musica o di legal-thriller perché queste sono vicende reali ed attuali, tuttavia non credo sia un film di grande fruibilità e facile da gustare dal pubblico mainstream...io stesso ho i miei scrupoli a definirlo un prodotto da consigliare e diciamo che la sufficienza piena giunge quasi esclusivamente da Al Pacino.
BlueBlaster  19/02/2015 01:44:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Edit...nella fretta ho scritto Alfonso invece di Alfredo nel nome di Pacino