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LA GRANDE BELLEZZA regia di Paolo Sorrentino

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Terry Malloy     10 / 10  25/05/2013 12:28:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Riformulo continuamente, da ieri sera a questa parte, l'incipit di un qualsiasi commento su questo film. Che sia un commento tecnico, che sia immediato, non so davvero da che parte iniziare. Forse perché è lo stesso film a non iniziare, e a non finire mai. Forse nemmeno a svolgersi. Un non-film. Come non-uomini e non-donne sono le persone che abitano questa storia. Entriamo in case e palazzi, giriamo a fianco dei protagonisti, conosciamo milioni di volti, di espressioni, di facce che traspirano sfaccettature di espressioni ambigue e per la maggiore rassegnate, si ha l'impressione di essere entrati in un mondo troppo vero e troppo falso allo stesso tempo. Si potrebbe forse dire che Sorrentino voglia fare più che un film sul niente, un film sulla vita vera e reale. Quella che il cinema non potrà mai raffigurare. Quella che fuggiamo proprio nelle pile di romanzi, di relazioni che Jep si porta dietro e dentro. Siamo ripiombati in un Medioevo stanco e ossessivo, non creiamo nulla di valore, non siamo che spiriti senza spiritualità. I trenini sono danze macabre, il sorriso di Jep è il sorriso sarcastico della Morte, diffuso e mai estirpato a partire dalla Grande Peste del XIV secolo. La Morte ci mostra la vita di oggi nella città più immobile e senza tempo del mondo, la città in cui morire (come racconta un passante di "Roma", il documentario di Federico), la città in cui non passa mai la storia, e al contempo ci passa tutta. La morte si posa accanto a ogni persona, alcune le risparmia, altre sono addirittura più forti di lei, vivono al piano di sopra, latitano dalla morte, si vestono meglio, e mandano avanti il mondo nella sua ascesa all'immortalità. I bambini le stanno sotto, ma è la stessa cosa, le sfuggono perché per loro è "nessuno". La morte cammina incessantemente per le vie, osserva e colpisce. La morte non tocca che gli uomini. Gli animali, che come noi hanno un nome e si ritrovano a casa di Jep, migrano, se ne vanno, escono dallo spettro del sensibile, determinato unicamente dal fare parte della mondanità, dal fare parte di Roma. Alcuni animali spariscono nel nulla. Romano (Verdone) non muore, ma se ne va da Roma ed è come se morisse. La morte contempla navi ribaltate, artisti incomprensibili, la bellezza delle sculture lasciata in eredità alle epoche successive, che lei può osservare nel momento della loro non-esistenza, la notte, quando nessuno, i turisti e i romani, nessun altro può. Al tavolo della morte, nella sua casa, si ritrovano tutti, i più alti prelati, i puttanieri comuni, le sante che vivono di radici e povertà. La morte è la perdita, il tragitto instancabile della nostalgia (su di un traghetto, in un luogo naturale senza le vie ben segnalate con nomi di uomini e cose del mondo), la delusione del posto in cui viviamo e in cui abbiamo amato, è il ricordo del volto di una donna, è un diario irrecuperabile pieno di verità, è l'impossibilità di poter perdere tempo in futilità.
Spesso si racconta di un film ciò che abbiamo sentito, come eravamo quando siamo usciti dalla sala o quando abbiamo spento il film nel conforto della nostra casa, dei compagni che ne hanno condiviso la visione. Io so che vedere "La grande bellezza" è come aver letto una poesia, aver ascoltato un canto antico e struggente, aver parlato a lungo con un amico molto triste.
oh dae-soo  25/05/2013 12:59:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
questo è, nè più nè meno

amen






( preparati alle raffiche di 3 Terry)




compliments
VincentVega1  26/05/2013 23:54:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grande commento giovà, il film l'ho visto oggi pomeriggio e mi è piaciuto un sacco.

una scena su tutte mi ha davvero colpito, quella delle foto. davvero struggente.
Terry Malloy  27/05/2013 20:38:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Vinz, i tuoi complimenti hanno un certo peso come sempre.

Quella scena è bellissima, forte, intensa. Ci sono tante sequenze indimenticabili (la nobile che "ascolta" la culla per esempio)
VincentVega1  28/05/2013 10:24:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ahahah capirai. a me piaciono sempre i tuoi commenti, i complimenti sono scontati.

sì ce ne sono parecchie (anche il discorso al funerale è una grande intuizione), però in quella delle foto, che poteva benissimo essere tralasciata visto che si discosta completamente dal resto del film, non so perché a stento sono riuscito a trattenere le lacrime.
Terry Malloy  28/05/2013 19:14:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come poi Jep.
Pasionaria  25/05/2013 19:50:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eccellente commento.
LUV
Terry Malloy  25/05/2013 20:44:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Rita.
elio91  02/06/2013 09:03:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho dimenticato di scriverti "Gran commento". Ecco, te lo scrivo.
Mi pento del mio nove e mezzo, avrei dovuto mettere il massimo come te.
Terry Malloy  02/06/2013 09:09:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Nico', ovviamente nel mio commento mentale c'è molta più roba, ma in effetti questo è uno dei pochi commenti scritti bene che abbia prodotto, o comunque che mi piacciono. Riconfermo che Jep sembra davvero un personaggio esistente e sussistente, una creatura appena fuori dalla soglia della finzione cinematografica. Io ho abbondato per sicurezza e non posso che confermare il voto.
elio91  25/05/2013 14:27:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non potete fare cosi, Aumentate solo la mia agonia per altri cinque giorni e siete cattivi.