caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA GRANDE BELLEZZA regia di Paolo Sorrentino

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento eureka!!!     6 / 10  18/02/2014 19:21:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

Inzomma..... inzomma inzomma....

Di sicuro vincerà l'Oscar, ci sono troppi interessi sotto. Lo spiegamento di forze per realizzare questo film è stato enorme e vi hanno partecipato un sacco di produttori "importanti", non solo italiani.
Per loro, questo film, deve vincere l'Oscar!
E così sarà, anche perchè agli ammericani basta che gli fai vedere Piazza Navona deserta di notte a vanno subito fuori di testa...

Quindi, che Oscar sia!

Però il film... inzomma, inzomma (la z è voluta eh..)

Per fare un commento in pohissime parole potrei usare la dialettica cara alla Ferilli: Du' palle!!
Anzi, "Du' palle di qualità" (come gli artiggggiani di poltrone sofà).

Si perchè questo film ha due caratteristiche fondamentali: è palloso, ma è anche di qualità.

Sulla qualità tencica non si discute: grande sforzo, anzi grandissimo sforzo produttivo, quasi incredibile che sia un prodotto dell'italietta, bellissime immagini, ben studiate, ottima recitazione, anche se i perosnaggi minori ogni tanto barcollano un pò, ottimo audio, musiche, i carrelli, i dolly, steadycam, fenicotteri e chi più ne ha più ne metta! Nel minestrone si può mettere di tutto!
Si perchè Sorrentino insiste con la sua linea di genio autoproclamato e non può resistere a raccontare una "pseudo-storia" senza esagerare.
Questa triste e troppo autocompiaciuta tendenza è cominciata, sottilmente a dir la verità, con Il Divo, in cui cominciava ad affiorare il sospetto che per il regista stesse diventando più importante l'apparato tecnico che la storia. Nel Divo però, tutto sommato, la storia c'era.
In This must be the place, Sorrentino, genio assoluto italiano passato-presente-futuro, ha voluto strafare ancora di più e, sotto ansia da prestazione, ha tirato fuori un film banalotto ma con bellissime immagine corredate da dolly, carrelli, steadycam e chi più ne ha più ne metta. Il primo vero minestrone sorrentiniano!
Poi, con quest'ultimo La Grande bellezza, Sorrentino ha strafato completamente: via la storia, via "il cinema" e ben venuta la bella immagine con effetto "Wow", tipo spot televisivo di due ore. Soltanto che due ore di "wow" alla fine stancano....

La sensazione che ho è che, detto in modo estremo, molto estremo, Sorrentino non sappia cosa sia un "regista":

Domanda: chi è il regista?
Risposta: è colui che racconta una storia tramite l'immagine in movimento.
Domanda: come fa il regista a raccontare una storia?
Risposta: viene aiutato da alcuni professionisti che formano la troupe. Gli attori recitano, al trucco ci pensa il truccatore, le scenografie sono compito dello scenografo e l'immagine, nella sua generalità, è affidata al direttore della fotografia che cura sia l'esposizione sia l'inquadratura.
Il regista è un pò come un direttore d'orchestra: nella pratica non fa nulla, ma in sostanza è colui che mantiene tutta la baracca viva, dando idee, opinioni, ritmo e facendo in modo che una parte della propria personalità entri nell'opera.
Se però qualche reparto prende il sopravvento, allora comincia ad esserci qualcosa che non quadra!
Se ad esempio durante un concerto, il violinista spicca troppo e diventa ingiustamente il protagonista assoluto, lasciando nell'oscurità tutti gli altri musicisti, la colpa è del direttore d'orchestra che non ha saputo o voluto tenere a bada il violinista.
Se in un film l'immagine diventa troppo ingombrante tanto da diventare stucchevole, la colpa, o meglio la responsabilità, è del regista che ha dato troppo spazio al direttore della fotografia, sicuramente in comune accordo, ma in ogni caso il regista crea uno sbilanciamento dell'opera.
Questo film, La grande bellezza, ha questo difetto. L'immagine è troppo bella, troppo pensata, troppo esagerata, troppo troppa.
E tutto questo a discapito della storia che è dichiaratamente messa in secondo piano. Se la storia (e per storia intendo tutto ciò che ne consegue a livello di emozioni per lo spettatore), fosse stata all'altezza dell'immagine allora ci saremmo trovati di fronte a un vero capolavoro (vedi Fellini e la Dolce Vita).
Ma cosi non è stato.
La conclusione quindi è: non bravissimo Sorrentino, ma bravissimo Bigazzi, il vero genio del film, che ha fatto una fotografia magistrale!
Sorrentino invece si è impegnato troppo nella confezione e troppo poco nella sostanza.
Diciamoci la verità.
Questo film è vuoto e non indendo dire che è vuoto perchè il regista voleva riproporre il vuoto dei salotti romani. Questo film è semplicemente vuoto, svuotato. Una bellissima confezione, ma poi dentro non c'è nulla.

Per essere più chiaro: la fotografia e il reparto tecnico di questo film è nettamente superiore al film stesso. Non c'è equilibrio!

Un film con una magistrale fotografia ma al tempo stesso con anche una grande regia? Apocalypse Now! Fotografia da paura (Storaro), regia pregna e densa in grado di tenerti incollato per quasi tre ore. Apocalypse Now è un film con una delle più belle fotografie che abbia mai visto, ma l'equilibrio fra regia e immagine è perfetto! Sembra davvero di stare su quel c@zzo di fiume con i vietcong intorno!
Qui invece manca l'equilibrio e il film ne risente: la trama non esiste, cosa difficilissima che solo i veri grandi registi sono in grado di fare, non quelli che si autoproclamano genii. I vari "episodi" alla fine stancano e risultano poco ben amalgamati fra di loro. Ad esempio, tutta la parte finale della Santa è totalmente inutile e non fa altro che allungare fastidiosamente il brodo.
Molte scene sono troppo slegate e trasformano il film in una serie di scenette a sè stanti e poi appiccicate insieme.
(Mò che ce metto? Ah si, una bambina che dipinge i quadri urlando! Che ideona!!)
Il risultato è un film freddo, poco profondo, intellettualoide e mostruosamente noioso. Altro che il "nuovo La Dolce Vita", quello si che era un capolavoro perchè riusciva a far provare allo spettatore emozioni chiare, lucide e dirette, e riusciva a far entrare lo spettatore nei personaggi e a vivere Roma al posto loro.
Qui, in La Grande Bellezza, non c'è nulla se non tante frasi d'effetto sussurrate con tono saccente e purtroppo tanta presunzione.


Per finire: Sorrentino si affida troppo al direttore della fotografia e al montaggio. Troppi carrelli, per altro tutti simili, spesso inutili e sovrabbondanti, troppo montaggio concettuale, troppa eleganza. E tutto questo a discapito dell'equilibiro del film.
Più che film, effettivamente, sembra un glorioso esercizio di stile, una specie di videoclip lungo due ore, che sicuramente può affascinare per i primi 15 minuti, poi diventa TROPPO!

Per quanto mi riguarda la visione è stata faticosa ma al tempo stesso sitmolante: faticosa perchè, come già detto, non c'è una storia, quindi il tempo passa lentamente e più va avanti il film e piu mi sono reso conto che era un agglomerato di scenette potenzialmente infinito. Stimolante perchè, nonostante la noia, ogni tanto rimanevo sbalordito per le bellissime immagini che mi lasciavano a bocca aperta. Ripeto, bravissimo Bigazzi, davvero il migliore direttore della fotografia in Italia!

Per quanto riguarda Sorrentino: ok, è il migliore regista italiano, ma semplicemente perchè è uno dei pochi rimasti degni di essere chiamato "regista" in questo paese. Ma la perfezione, la genialità, da lui tanto sospirata e invocata, è piuttosto lontana, molto lontana.
I primi suoi film avevano un fascino particolare, sempre molto snob, ma comunque erano intensi. Adesso è solo "confezione" e ninet'altro.

Peccato, davvero peccato.

Comunque complimenti per l'Oscar!!!
7edo7  19/02/2014 12:03:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Genio! :)
Ti proclamo io, cosi' non cadiamo anche noi nell'autoproclamazione :D
Concordo anche sulle virgole.
7edo7  19/02/2014 12:07:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
l'unica nota la faccio sulla piccola contraddizione fra "non sapere cos'e' un regista" e "essere il miglior regista italiano"... non che le due cose in termini stretti siano in contraddizione... pero' il senso e' quello ;)
Invia una mail all'autore del commento eureka!!!  26/02/2014 20:46:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ahahah Sono un GENIOOOO!!
scantia  05/03/2014 12:57:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
riduttiva la definizione di regista, da cui dipende tutto il resto.
Fare cinema, come fare arte in generale, significa lanciare un messaggio, esprimere un'idea, operazioni che possono prescindere tranquillamente dal raccontare una storia, altrimenti si finisce con il considerare il cinema una forma visuale di narrativa.
giraldiro  05/03/2014 01:55:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho appena visto il film e devo dire che per quanto condivida il tuo giudizio volevo quasi fare copia e incolla...:)
Jimiwave  03/03/2014 22:30:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
finalmente.. finalmente qualcuno che ha compreso la vera essenza di questo film, con i suoi pregi ma soprattutto con i suoi difetti.. non possiamo foderarci gli occhi e le orecchie di prosciutto parma in virtù del patriottismo d'anticamera, perchè "ha vinto l'oscar".. chissà qual'era il tenore della critica, se non lo avesse vinto.. meravigliosa fotografia, colonna sonora, atmosfere sognanti ma poi? che senso ha la parentesi finale della "santa" (i venti minuti più inutili del film), il continuo insistere coi primi piani sulla sua faccia sdentata, il continuo sbeffeggiare la sua scelta di povertà, la sua demenza ingravescente? non voglio essere bacchettone ma oggettivamente è insensato ai fini della storia.. e la parentesi dei fenicotteri? e la risposta inutile e scontata al perchè mangia solo radici? e la "risposta" che gli da la giovane amante nel flashback di quella notte d'estate? l'ho trovata scontata, semplicistica e deludente.. insomma, sorrentino sembrava voler dire tante cose per poi lasciare tutto in sospeso, non dice nulla, non ti lascia nulla a parte l'estetica, la bellezza di scene e inquadrature.. sembrava chissà quali profonde verità volessero trasparire dal suo film, ma proprio nei momenti cruciali, dove sembra uscire un senso, qualcosa di profondo potrebbe venir detto, il protagonista se ne esce con un "vogliamo fare festa?" e via con la telecamera che si sposta sull'ennesimo festino.. alla fine il suo film diventa esattamente come i personaggi che si sforza di stereotipare.. bello da vedere, quasi da respirare.. ma vuoto.. perciò mi hai praticamente tolto le parole di bocca.. bravo