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LA GRANDE BELLEZZA regia di Paolo Sorrentino

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david briar     8 / 10  05/03/2014 16:53:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parlare di un'opera del genere oggi è veramente difficile,perché è uno di quei film che vanno digeriti e assimilati,e ricordati come imprescindibili fra un decina d'anni.Le stroncature che ho visto in Italia prima e ancor più dopo gli Oscar son quelle superficiali di chi semplicemente non ha capito il vero significato,soffermandosi al richiamo a "La dolce vita".Per quanto riguarda il discorso Academy,le premiazioni spesso esulano dagli effettivi meriti,ma qui si è premiata una pellicola dal respiro internazionale,comunque molto importante per la sua nazione ,e non solo.La giuria è composta prevalentemente da anziani proprio come Jep Gambardella ,che si devono essere immedesimati facilmente in lui e nella sua vita apparentemente piena ma in realtà incredibilmente vuota.

Ed è su questo che si focalizza Sorrentino,in un festival di maschere squallide e snob che si susseguono confusamente nella vita mondana del protagonista,un superbo Toni Servillo che si carica sulle spalle molto del peso recitativo dell'opera.Il resto è fatto tutto di personaggi secondari, macchiette ridicole e spesso caricate,palese rappresentazione del nulla totale che avvolge la ripetitiva quotidianità dell'alta società romana.Una discreta eccezione la fanno Verdone e la Ferilli:il primo è un po' scontato,ma divertente e con un'uscita di scena importante che gli da il giusto spazio,la seconda è interessante per la schiacciante diversità rispetto agli altri,tra tette al vento e vestiti brillanti esagerati e malvisti , mischiati alla capacità di coltivare un'amicizia sincera e disinteressata,capacità che sembra mancare a tutti questi finti perbenisti spocchiosi.

Inoltre,si tratta di un lavoro sontuoso e raffinato persino dal punto di vista tecnico,con grande cura di montaggio e fotografia,cosa piuttosto rara in Italia.
Sorrentino ha il talento del maestro ma si lascia andare un po' troppo spesso a manierismi sbruffoni che non fanno che appesantire senz ' aggiungere granchè.Comunque non mancano le sequenze memorabili,come il flashback e un programmatico funerale,"evento mondano per eccellenza.Però,alcune feste non sembrano necessarie e messe li un po' come riempitivo e un po' per colpire lo spettatore con qualche virtuosismo piuttosto futile che rendono un film già disorganico nella sua struttura ancora più frammentario.Certe scelte sono un po' gratuite e presuntuose,e a tratti si sente una freddezza calcolata ed ermetica, schiacciante e fastidiosa.Per fortuna,nella chiusura si evitano simili trappole,trovando il significato chiave dell'opera,così inseguito dalla sceneggiatura ma mai così chiaro come nello stupendo finale,capace di mandare un messaggio universale con enorme spessore e potenza espressiva,per un'opera dalla forte identità e autonomia.

A ricercare la bellezza della vita nella mondanità si rischia di cadere nella monotonia e nella vacuità.Eppure,ognuno di noi può trovarla,solo scavando nel profondo del proprio cuore.
Eccola li,la grande bellezza:sedimentata sotto il chiacchiericcio e il rumore,così lontana da sembrarci insondabile,invece vicinissima e straordinaria nella sua semplicità;che sia il primo ,vero e unico amore o la potenza del sacrificio di una vita dedicata agli altri,essa si trova in ognuno di noi,e per essere vivi non dobbiamo mai smettere di cercarla.