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STOKER regia di Chan-wook Park

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gerardo     9 / 10  12/07/2013 14:24:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E commentiamolo 'sto film, va!
Stoker, come ho già scritto in altre sedi discorrendo con utonti fs vari, è - per usare una parola vagamente abusata - un piccolo capolavoro. O, quantomeno, un grandissimo film.
Questo thriller, che è una favola nera, molto fascinosamente dark pur non ricorrendo massicciamente a stilemi tipici di quel genere, parla del desiderio - represso - che muove i personaggi principali, un meraviglioso trio su cui spicca lieve e magnetica la protagonista Mia Wasikowska. Il desiderio s'insinua perfidamente all'interno della casa borghese nel quale si svolge la vicenda, spazzando via l'innocenza fanciullesca dell'appunto giovane protagonista. Quello che s'instaura è un gioco a tre tanto morboso quanto patologico, in tal senso "contagioso" e quindi vampiresco come suggerirebbe il titolo del film. Ognuno dei tre personaggi presenta, a vario grado, elementi psichici e di personalità disturbati e la loro interrelazione porta, in crescendo, all'esplosione dei tratti più efferati.
La regia è semplicemente perfetta, coadiuvata da una fotografia mai banale e mai uguale o fine a se stessa, ma adeguatamente correlata alle situazioni narrate.
La colonna sonora è potente, evocativa e assoluta protagonista insieme ai personaggi, parte integrante della narrazione e continuo raccordo tra scene, situazioni e stati d'animo. Oltre alle musiche originali di Clint Mansell e Philip Glass, eseguite al piano all'interno delle scene, ci sono brani di Emily Wells e una sublime "Summer wine" di Nancy Sinatra/Lee Hazlewood che (com'era già accaduto con Tarantino quando ha ripescato "Bang Bang" della stessa cantante per la soundtrack di Kill Bill) porta un po' di atmosfera rarefatta al film, proprio in uno dei suoi momenti topici nel quale la morbosità e il desiderio si realizzano palesando i conflitti latenti all'interno del nucleo familiare.
Solida come sempre Nicole Kidman nell'interpretare la donna, vedova e madre, disturbata, più che altro frustrata e repressa; efficace e accattivante Matthew Goode nel tratteggiare la figura di un soggetto malato, la cui fascinosa ambiguità è pervasa da una strisciante pedofilia; straordinaria Mia Wasikowska, il cui volto fuori dal comune è già una perfetta sintesi di gotico e romantico, elemento che ne fa interprete ideale, un po' predestinata, di ogni storia tendente al favolistico.

P.S.: film non adatto ai bimbiminkia in cerca di vampirismi brufolosi alla Tualait.