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STOKER regia di Chan-wook Park

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  25/10/2013 15:07:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Alla prima trasferta americana Park Chan-Wook ammorbidisce fatalmente il suo cinema fatto da sempre di equilibrati eccessi; non vi è traccia della ferocia della trilogia della vendetta, dello strampalato romanticismo di "I'm cyborg but that's ok" , della forzata separazione di "JSA" o delle appassionate metafore horror-teologiche di "Thirst".
Lo stile fortunatamente è quello dei bei tempi, ed infatti "Stoker" dal punto di vista estetico è un buon film. Non solo per ambientazioni retrò fotografate sempre con l'adeguato grado di cupezza a ricavare un forte senso d'oppressione, ma anche per montaggio e regia, tanto per cambiare sublime.
Spunti tipicamente hitchcockiani intrisi nel gotico non sono sufficienti a rendere meno algida la storia, l'intreccio si segue con facilità ma è fondamentalmente troppo fragile per essere incisivo a dovere.
La sensazione è quella di un futile girotondo di morbose attenzioni rivolte alla poco inconsolabile vedova e alla figlia di lei, ragazzina misteriosa e dal carattere introverso. L'inserimento del male in un contesto già di per sé problematico non è certo una novità, anche perchè una volta scoperti gli altarini (quanto meno la curiosità di capire non svanisce) non è che ci si possa rallegrare più di tanto, anzi, il senso di pesantezza cresce con l'insoddisfazione di aver dovuto patire una costruzione lenta e monocorde che si risolve in modo molto banale.
Poco da dire sugli attori con interpretazioni nella norma e un Matthew Goode che sembrerebbe voler aderire (non so quanto volontariamente) all'indimenticabile Anthony Perkins di "Psyco", non riuscendo però ad avvicinarsi minimamente al modello originale.
Nel finale si rivedono sprazzi del miglior Park Chan-Wook, però, il fatto che si accolga in maniera abbastanza indifferente la chiusura, tra l'altro piuttosto cruda, è significativo di quanto il lavoro del regista coreano non riesca ad essere abrasivo come consuetudine.