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LA FEBBRE DELL'ORO regia di Charles Chaplin

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hghgg     9½ / 10  15/09/2015 12:54:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se avessi considerato soltanto la storia narrata a "La febbre dell'oro" avrei dato una valutazione leggermente inferiore rispetto a quella di altri sublimi capolavori chapliniani quali "Il monello" "Luci della città" "Tempi moderni" "Monsieur Verdoux" e forse anche "Luci della ribalta" titoli che considero esempi totali della perfezione del cinema di Charles Chaplin.

Il fatto è che questo film ha una tale perfezione armonica e quasi "coreografica" nelle immagini, nella regia, nelle inquadrature, nei movimenti degli attori, negli sguardi e nella colonna sonora da non poter assolutamente essere posto al di sotto dei sublimi capolavori di cui sopra. Registicamente parlando è davvero una delle vette assolute di Chaplin, è perfetto, divino, senza la minima sbavatura, stracolmo di inquadrature, sequenze, idee e invenzioni geniali costruite dietro la macchina da presa e magistralmente riportate davanti allo schermo da un Genio inimitabile ed incontenibile nella doppia veste di regista e attore.

La storia è bellissima anche se in questo caso il "genere Chaplin" il "ComiDramma", ossia la totale fusione tra commedia e dramma come solo lui ha saputo fare, non colpisce con la stessa potenza di altri suoi titoli; il che non vuol dire che non ci siano scene perfette in questo senso, in un film sempre diviso tra momenti divertentissimi (e anche molto avanti con i tempi, la sublime gag del pollo con un trucco di macchina favoloso, soprattutto nella perfetta realizzazione) e splendidi momenti amari e malinconici, con Chaplin che rende straordinariamente la solitudine del suo "Charlot" (pensate alla sublime scena del capodanno) e le condizioni estreme dei cercatori d'oro (tutta la parte nel capanno). E rende tutto ciò grazie ad una delle sue migliori prove d'attore (ce ne fossero poi di prove "peggiori" nel periodo che va dal 1921 al 1952...); Un Chaplin sublime, con un'espressività totale capace di mutare a piacimento con impressionante facilità e trasportare lo spettatore con un sorriso, o un solo sguardo, nel vortice intercambiabile di emozioni del suo film.

Insomma sa fare tutto Charles, col suo volto e il suo corpo, fa quello che vuole e ci porta dove vuole, per la nostra soddisfazione, i nostri sorrisi e le nostre lacrime (anche se questo film è più divertente che commovente). E lo ha sempre fatto anche se ne "La febbre dell'oro" l'ho trovato particolarmente perfetto, più del solito, un po' come mi è capitato per "Monsieur Verdoux" un'altra sua prova d'attore assolutamente allucinante.

Il Chaplin regista come ho già detto qui è particolarmente armonico, forse non realmente TOTALE come, chessò, in un "Luci della città" dove raggiunse davvero la perfezione ma anche qui ci va vicino, molto vicino. Il suo genio dietro la macchina da presa ci regala ancora una volta un film incastrato perfettamente in tutte le sue parti con sequenze giustamente entrate, come sempre con lui, nella storia del cinema.

La danza dei pani e delle forchette, la scena del pollo, il capodanno, la straordinaria scena della capanna in bilico sul burrone favoloso esempio di grande comicità e genio registico messi assieme, la rissa con il bullo spasimante della sua amata, la sequenza immortale del pranzo con lo scarpone (una delle più iconiche di Charlie Chaplin), e lo straordinario finale sulla nave in cui ancora una volta Chaplin concede al suo vagabondo il successo dopo tante peripezie e, mai banale, ci concede un'ultima genialata nella sequenza del bacio. Quell'occhiata e quel gesto rivolto ai giornalisti che si lamentavano della foto rovinata è straordinaria.

Meraviglioso ironico Chaplin, irriverente e sardonico come sempre, magari non spietato come altre volte (soprattutto nei film successivi) e magari qui non è riuscito ad unire con la perfezione di altre occasioni il comico ed il drammatico ma anche "La febbre dell'oro" nella sua sublime qualità e nella meravigliosa regia di Chaplin, nella prova attoriale sua e degli attori che lo hanno tanto bene affiancato, nella cura scenica e fotografica e nelle tante sequenze che hanno fatto storia, nella colonna sonora, quella traccia perfetta di pianoforte che accompagna con perfetta armonia ogni scena, nella grazia visiva e nei favolosi effetti speciali ha quel genio inconfondibile che lo pone senza alcun dubbio tra i grandissimi capolavori della storia del cinema.

Immenso e davvero imperdibile.