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LUCI DELLA RIBALTA regia di Charles Chaplin

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amterme63     9½ / 10  07/01/2007 16:36:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grande riflessione sulla vecchiaia, sul senso della vita e sul senso dell’arte. Senz’altro il film in cui Chaplin ha più di tutti inserito riflessioni filosofiche ed esistenzialistiche. La sua vena comica si colora di poesia e tragedia allo stesso tempo, assumendo sempre un tono agrodolce ma molto spesso di amarezza e delusione. Lo spettro del termine, della fine, di qualcosa che non ritornerà più aleggia impietoso in tutto il film, appena ingentilito dalla consapevolezza che altri continueranno il compito di divertire ed educare l’umanità. Lo spettacolo deve continuare: questo è il significato simbolico della scena finale.
In tutti i film di Chaplin c’è la consapevolezza che l’arte è una delle poche attività positive dell’uomo, qualcosa che lo aiuta a vivere meglio, una delle poche ancore di salvezza insieme alla solidarietà e all’amore. Con Luci della Ribalta però Chaplin mette in forse anche questo appiglio. L’arte è un mestiere difficile e rischioso. Ci vuole tenacia, convinzione e fiducia in se stessi per divertire e avere successo. Le difficoltà della vita quotidiana creano una specie di muro di indifferenza e insensibilità nella gente. Solo chi ha forza e capacità riesce a fare breccia in questo muro e a penetrare nell’animo. I più deboli sono destinati impietosamente a soccombere.
Chaplin come al solito si mette sempre dalla parte dei più deboli e qui ci regala un personaggio come Calvero che meglio non poteva riassumere il destino di quelli che non riescono più a stare al passo e che vengono travolti. Un personaggio molto vivo e sensibile, ben recitato e disvelato appieno nei suoi sentimenti più intimi. Il sentimentalismo di Chaplin non è mai fine a se stesso, ma serve a esaltare, a mettere in evidenza una realtà diffusa e spesso dimenticata, in questo caso quella dei vecchi.
Chi appartiene al passato può servire al presente ma non può più viverlo. Questo è il senso del rapporto di Calvero con Terry. Uno come Calvero può aiutare una persona più giovane con la propria esperienza ma non può rappresentare quello con cui condividere tutto. Le differenze sono troppe, anche se la voglia e la possibilità di instaurare un rapporto più profondo ci sarebbe, ma nell’animo, sia Terry che Calvero, sentono che non è possibile. Comunque il film ci tiene a precisare che si tratta di un problema interiore e non di convenienza pubblica. Chaplin è sempre stato un nemico delle apparenze.
Anche se il film rischia di finire nel didascalico e nel melenso, l’arte recitativa e il pathos riescono a lasciare in chi guarda un’impronta indelebile. L’argomento poi è universale. Ce ne accorgeremo quando diventeremo vecchi …. (se non lo siamo già).