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LA VITA DI ADELE regia di Abdellatif Kechiche

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Larry Filmaiolo     7 / 10  28/10/2013 17:19:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi piacerebbe per un attimo andare al di là degli aspetti tecnici del film (impeccabile il realismo e la cura ai particolari: cenere di sigaretta, macchie di pomodoro comprese) e dell'indiscutibile bravura delle interpreti. A livello contenutistico ho ricevuto l'impressione del racconto di una storia d'amore -potente, sì; con incredibile prolissità per quanto riguarda la messa in scena dell'atto, sì- prima ancora che di un romanzo di formazione in immagini. Quello che mi chiedo è: chi avrebbe mai fatto un film del genere se la relazione in questione fosse stata di natura eterosessuale? Lungi da me omofobia e palle varie. Ma quello che mi chiedo è: usare così il fattore omosessualità e per giunta in una francia dilaniata dalle polemiche, affrontare il tutto con piglio da regista illuminato, ridondanti artifici tra cui gli alla lunga insopportabili primi piani e citazioni pseudo filosofiche...siamo così sicuri di voler gridare al capolavoro? mi sembra un po' facile.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  28/10/2013 23:49:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispondo alla tua prima domanda: forse proprio perché le relazioni omosessuali dilaniano anche la ben più avanzata Francia (figurarsi la bigottissima Italia che non ne vorrebbe neanche parlare)? Quindi forse perché è un film necessario?
Sul giudizio artistico attendo di vederlo e poi mi esprimerò.
Larry Filmaiolo  29/10/2013 19:09:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bisognerebbe aprire intere discussioni sugli aggettivi "avanzata" e "bigotta" e i punti di vista attraverso il quale vengono attribuiti ma questo non è il luogo. Invece sono pronto a chiederti, cosa vuol dire che un film è necessario? un'opera d'arte è mai NECESSARIA? lo trovo, questo, un aggettivo pesante e fuori luogo, e soprattutto non ne farei mai uso dovendomi trovare a tirare le somme di un film. trovo che l'arte vada al di là di certi concetti e che invece certi artisti provino un certo piacere a sguazzarci dentro tra provocazioni più e meno sincere e manovre più e meno calcolate.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  03/11/2013 02:02:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, un'opera d'arte (quando lo è) può essere necessaria. Necessaria per aprire gli occhi, per capire, per riflettere, per trascendere. E spesso senza provocazione non si può parlare di temi percepiti in un dato momento storico come tabù: tutte le innovazioni artistiche sono state "provocatorie". Parlo in generale perché questo film ancora non l'ho visto.
Che l'Italia sia bigotta lo dimostra proprio la "questione omosessuale": le persone gay/lesbiche/trans sono discriminate e non riconosciute socialmente e soprattutto legalmente su basi che hanno radici culturali chiaramente religiose (cosa che si è ripetuta anche negli altri Paesi occidentali che sono riusciti però a contrapporre ed affermare valori laici positivi: le religioni monoteiste sono sempre retrograde perché hanno apparati troppo "pesanti" per poter afferrare "profeticamente" i cambiamenti delle società. Senza contare che troppo spesso stanno smaccatamente dalla parte dei Poteri Costituiti che sono per loro natura conservatori).
Larry Filmaiolo  03/11/2013 14:24:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
premesso che non mi ritrovo affatto nella descrizione che fai della condizione della componente sociale non etero in italia oggi, nè nelle attribuzioni che fai a quelle che chiami "religioni monoteiste"-ma non siamo qui per discutere di queste cose-ecco che è scattato il meccanismo fatale. La vita di adele, un film (diciamocelo: pretenzioso) oltre ad aver funzionato al botteghino per una certa classe di pseudo intellettuali tra cui mi infilo senza vergogna, ha incuriosito e "fomentato" di fuocherelli sociopolitici anche chi, come te, il film non l'ha ancora visto. ora cos'è più importante in un'opera d'arte? che appaghi i sensi stimolandoci spiritualmente, o che dia luogo al solito trito, sbiadito dibattito da talk show?