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LA VITA DI ADELE regia di Abdellatif Kechiche

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Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma     9½ / 10  30/10/2013 12:56:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un capolavoro dei nostri tempi.
Il racconto di un'educazione sentimentale fatta di slanci, sguardi, tenerezze, paure, errori, sesso, e ancora sesso. Un vortice dove a parlare sono i volti di due protagoniste in perfetta simbiosi e complementarietà. Kechiche non stacca la macchina da presa dalle due protagoniste, incapaci di relazionarsi con il mondo esterno, la natura, gli altri. Quasi attraversandolo. Come fa lo stesso regista in un crescendo drammaturgico tanto programmatico quanto asciutto, vero.

La grande forza di questo film è la non politicità dell'assunto, non stiamo parlando di omosessualità, di pro e contro, di omofobia. Ad uscirne scottati e raccontati sono le persone, non le loro etichette. I loro sguardi malinconici alla ricerca di un bacio, di una verità, di una passione. Le scene di sesso sono realistiche, carnali e violente come è il Sesso nella vita reale, le carezze e le parole subito dopo rimangono come la vera "pornografia" del film.

E alla fine del film, dopo tre ore di immersione pura (altro che Gravity...) ritorna alla mente il primo incontro tra le due, quel corteggiamento impaurito, gli occhi fanciulli di Adele e il sorriso enigmatico di Emma. E si prova un senso di perdita, di dolore. Di immensa malinconia. Un cinema in grado di emozionare senza ricattarti. Un cinema raro.

Immensa la prova di Lea Seydoux, la ragazza (la persona) dai capelli blu che tutti desideriamo incontrare. Almeno una volta nella vita.