caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

FRANKENSTEIN'S ARMY regia di Richard Raaphorst

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  11/07/2014 13:31:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ancora il mito di Frankenstein per una pellicola che almeno nel preambolo non esibisce gran originalità. Ai nazi-zombie ci avevano già pensato in parecchi, basti pensare al brillante "Dead Snow" o alla trilogia di Outpost, da cui probabilmente l'olandese Raaphorst ha tratto ispirazione.
Le analogie sono indiscutibili: ci sono infatti dei soldati dell'Armata Rossa contro i tedeschi, non morti ovviamente riportati in vita da un folle scienziato. Ci sono le ambientazioni claustrofobiche e degradate (come nel primo "Outpost"), la differenza sostanziale sta nella qualità, e "Frankenstein's Army" si distingue in questo non tradendo la mediocrità del suo predecessore.
Questo non tanto per la trama, non eccelsa, tutto sommato discretamente articolata ed efficace nel mescolare divertimento ignorante e scene splatter, quanto nella messa in scena, perfettamente studiata nelle locations (ottima la chiesa laboratorio con i suoi cunicoli zeppi di ingranaggi strampalati) e soprattutto per quanto riguarda il design dei mostri, debitore allo steampunk in una fusione carne/metallo per dar vita al soldato perfetto, in questo caso armato con trapani, pinze, lame, morse e chi più ne ha più ne metta. Tra questi si distingue quello che capeggia sulla locandina, in generale i mostri sono tutti notevoli nella realizzazione artigianale, avvenuta tramite il lodevole apporto di truccatori e costumisti.
La tecnica del found footage fa a pugni con l'epoca, è funzionale per la storia e per coprire alcune magagne causate dal budget misero, ma non ci vuole un luminare per capire che le tecniche di ripresa durante la Seconda Guerra Mondiale fossero decisamente meno all'avanguardia e non certo in grado di sostenere la dinamicità e la pulizia qui presentata.
Alla fine però è un dettaglio trascurabile in un film che pesca nel fantastico e quindi richiede a prescindere la sospensione della credulità. Oltre a sangue e frattaglie c'è pure un discorsetto da parte del mad doctor che stigmatizza a dovere tutte le filosofie estremiste, il cinema di Raaphorst è quindi leggero ma anche pensante.
Mai veramente esaltante ma nel complesso più che godibile.