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ELYSIUM regia di Neill Blomkamp

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  18/12/2013 15:16:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Alla seconda prova Neil Blomkamp riparte da dove si era interrotto, echi di "District 9" risuonano chiaramente in questo nuovo lavoro, sicuramente più superficiale dal punto di vista della trattazione delle tematiche sociali ma ugualmente basato su una ghettizzazione estrema che nell'occasione divide la razza umana.
I poveracci ancorati sulla Terra, ormai una specie di distesa arida zeppa di rifiuti, i ricconi sulla paradisiaca stazione orbitante Elysium dove ogni malattia può essere debellata.
La lotta di classe prende forma operaia e non è certo cosa rara anche in ambito fantascientifico, alla fine però poco importa dell'originalità; tutto parte dallo sfregio ad ogni più ovvio diritto del lavoratore e alle ambizioni folli del solito politico megalomane. Da questo punto in avanti il desiderio di sopravvivenza di Max diventa l'urlo di dolore di un'intera popolazione, anzi, di un intero pianeta. Toccherà quindi al rasato e tatuato Matt Damon (performance di routine per lui) ,in combutta con un gruppo di sognatori tagliagole, cercare di riportare quell'uguaglianza tra gli uomini che un gruppo di (auto)eletti ha dispoticamente annullato.
Non manca una buona dose d'azione, a volte come nella sequenza del combattimento a terra tirata pure per le lunghe, si spiattellano le implicazioni (inizialmente egoistiche) del protagonista senza poi comunque svilupparle in modo che vadano oltre una dignitosa analisi; "Elysium" però viaggia spedito e diverte senza dubbio, forgiato su un ritmo vertiginoso che qualche momento piatto o inopportuno -ad esempio l'incipit grondante retorica melensa- non compromette affatto.
Nel complesso un buon film di sci-fi distopica, con un mondo molto simile a quello pensato in "District 9" in cui i personaggi pur tagliati con l'accetta non dispiacciono.
A lasciare il segno soprattutto l'incarognito Sharlto Copley, ovvero il braccia armato di una Jodie Foster che avrebbe meritato qualche minuto in più.