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GRAVITY regia di Alfonso Cuarón

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scantia     5 / 10  02/07/2015 17:57:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La confezione-regalo merita definitivamente il riconoscimento della propria autonomia, si dovrebbe istituire un nuovo genere cinematografico: il documentario per effetti speciali, così da liberare tanti autori dal fastidio di dover creare una storia e una sceneggiatura.
Tolte le sequenze di immagini, che senza altro supporto dopo 20 minuti perdono di efficacia nel mantenere alto il livello di interesse dello spettatore, in questo film non c'è nulla, nulla che valga la pena di essere commentato, se non il fastidio per alcuni sporadici tentativi di "profondità": l'allucinazione, la relazione madre-figlia, la telefonatissima e tanto apprezzata sequenza della posizione fetale, tutto talmente raffazzonato, banale, da far rimpiangere l'onesta mediocrità di un Transformers qualsiasi.
Premio oscar per la colonna sonora, per il sonoro, per il montaggio sonoro, per il montaggio della colonna sonora, per il volume e l'equalizzazione del sonoro, per la nitidezza del sonoro...
ferzbox  02/07/2015 18:03:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Solitamente sono il primo a dire che un buon film si vede principalmente dalla sceneggiatura,ma in questo caso è un pò diverso.....l'intenzione era quella di creare un senso di immedesimazione con gli astronauti e il loro vasto e selezionatissimo mondo.....non erano i dialoghi a farla da padrone,ma tutto un gioco di sensazioni ed emozioni.....Scantia,il film per quello che vuole dare è girato benissimo; sicuramente blockbuster,ma non di certo da paragonare a "Transformers" su.....
scantia  02/07/2015 18:33:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
infatti non l'ho paragonato a Transformers, ho detto che quest'ultimo è più onesto nel dare esclusivamente ciò che vuole dare, azione e botti in salsa 3D, senza tentare di nobilitarsi con improbabili significati allegorici o psico-drammi.
La relazione con la figlia, il sogno, sono tentativi mal riusciti (e consentimi, di una banalità disarmante!) per dare spessore a personaggi altrimenti piattissimi, emozioni e sensazioni sono troppo soggettive per poter essere un parametro di giudizio.
La storia della cinematografia presenta esempi di immedesimazione con l'astronauta di ben altro spessore, se si vuole puntare su questo e non solo sugli effetti in 3D allora Gravity ne esce comunque parecchio malconcio.
ferzbox  02/07/2015 18:57:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Aspetta Scantia,non mi stai capendo...che la cinematografia abbia presentato film ambientati nello spazio con situazioni annesse mi sta bene,ma lo scopo di questa pellicola era di far provare il senso di solitudine a 360 gradi; i dialoghi non erano la punta di diamante,servivano solo(così come alcuni punti come la relazione con la figlia e tutto il resto) per sottolineare il forte senso di perdizione.....nessun film ha mai fatto vedere cosa prova un astronauta nello spazio infinito....in mezzo ad un infinito niente,dove c'è solo lui e una fonte di comunicazione....o addirittura senza nemmeno quella...
...poi che centra,è ovvio che la spettacolarizzazione era dovuta,alla fin fine si parla comunque di una pellicola per il grande pubblico,quindi era inevitabile renderlo pure un pò plateale,ma il film ha come scopo ultimo quello di farti sentire dentro quella cazzò di tuta.....altri film che io reputo fantastici(come 2001 e Moon) non avevano questo obbiettivo.....poi non dico che sia un capolavoro,questo no....però credo che sia un pò maltrattato e che alcuni non l'abbiano compreso aspettandosi altro......in quel caso avrebbe dovuto fare i conti con i film che dici tu....un pò come è stato per "Interstellar"....ma qui è tutt'altra cosa....
scantia  03/07/2015 16:04:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so, a me questo senso non è arrivato, ma come ho già detto le sensazioni sono elementi troppo soggettivi per essere un parametro di giudizio contestabile.
Quello che però mi impedisce di cogliere questa condizione di solitudine ed oppressione è la già citata piattezza assoluta dei personaggi, il ricorso a luoghi comuni scontatissimi, non è semplicemente un problema di dialoghi, è proprio il modo in cui sono concepiti a renderli banali. Io non sono in grado di stabilire se le reali intenzioni di Cuaron fossero di realizzare un Blockbuster tutto effetti visivi o analizzare una particolare condizione umana prendendo a prestito il contesto dello spazio vuoto e infinito, ma alla fine della visione quello che emerge è sicuramente la prima ipotesi
ferzbox  04/07/2015 13:47:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bho,a me non ha dato questa sensazione,però sono punti di vista....un film,alla fin fine,non deve piacere per forza ;-)