caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THE COUNSELOR - IL PROCURATORE regia di Ridley Scott

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  13/05/2014 15:53:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai successo, soldi, una bella macchina, una casa splendida, una compagna spettacolare che non vede l'ora di sposarti; eppure non ti basta.
Vuoi sempre di più, l'ottundente limbo di confine tra Messico e U.s.a. è l'ambiente ideale per zittire una moralità già in partenza negoziabile, la svolta verte sul sobbarcarsi lo smercio di un' ingente partita di droga immischiandosi col "cartello" locale. Malavita organizzata senza volto, feroce e spietata, non propensa a prestar fede alle coincidenze che purtroppo per l'Avvocato (Procuratore nella versione originale) si manifesteranno nel più beffardo dei modi, causando un terremoto sanguinoso nel suo mondo imbellettato.
Prima sceneggiatura originale di Cormac MacCarthy tirata a lucido dalla regia misurata, con adeguato complemento cromatico, da Ridley Scott. Il mondo descritto è border-line non solo per coordinate geografiche popolato com'è da personaggi che hanno eletto l'eccesso a loro religione. Il cast decisamente glamour è di quelli che oltre alla piacevole estetica sfodera personalità, dando vita ad un intreccio ronzante attorno ad un camion in apparenza carico di liquami, in realtà una fortuna su quattro ruote.
Pellicola verbosa con esplosioni di violenza sorprendenti, i dialoghi affondano con mirabile propensione affabulatoria in disquisizioni sospese tra integrità, dovere e bramosia. L'incedere è ipnotico, le riflessioni evitano banalità materializzando fin da subito un senso di minaccia che si rivelerà più che giustificato.
Nell'intimidazione più o meno velata i predatori sguazzano, pronti a colpire evitando di esporsi troppo. Scott sposta mirabilmente l'attenzione dal deus ex machina in cui l'assenza di moralità è totale, priva di rimorsi e completamente asservita a quel possedere materiale col quale (letteralmente) si può scopare.
Concesso commuoversi per la morte di un leopardo, mai per quella di un uomo. E' la legge della frontiera dove a vincere è solo il più spietato, oltre che il più subdolo.