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DECALOGO 1 regia di Krzysztof Kieslowski

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Crimson     8½ / 10  19/04/2006 15:59:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
'Decalogo 1' mi pone al centro di due riflessioni: da una parte quella relativa ad una società sempre più tecnologica che sostituisce gradualmente le azioni dell'uomo. Dall'altra quella che fà riferimento all'approccio dell'uomo nei confronti della vita e della morte.
Sono due temi che a mio avviso sono collegati dal personaggio del padre. Tramite la sua esperienza c'è da chiedersi fino a che punto possa arrivare la pretesa, a volte anche inconscia, di concepire l'ordine delle cose sotto un'ottica squisitamente razionale. E a tal proposito entra in gioco anche il discorso relativo alla macchina. Il padre arriva ad affidare l'incolumità, anzi diciamolo chiaramente, la vita stessa del figlio ad una macchina, senza tenere in considerazione minimamente la possibilità di errore da parte della stessa. Mi ha colpito molto il suo atteggiamento in seguito alla sparizione del figlio, e in particolare quando riferendosi al ghiaccio esclama "non si poteva rompere" come se fosse un concetto assoluto e indiscutibile, solo perchè lo aveva stabilito il computer.
E' un ottimo spunto di riflessione. In effetti l'uomo che ha un'approccio razionale alla vita cerca di tenere sotto controllo tutto spiegando la vita stessa tramite evidenze (il padre). Ma secondo me una mera razionalità non è esplicativa del senso della vita perchè ci son cose che sfuggono anche alla ragione, anche se per carità non significa che necessariamente debbano essere attribuite ad un'entità ultraterrena. Il fatto è che le due eterne posizioni rimarranno sempre distanti, basta mettere a confronto i due meravigliosi e profondissimi dialoghi padre/figlio e zia/nipote.
Otto e mezzo perchè secondo me questo capitolo nella parte finale perde qualcosina. Non mi è piaciuta molto la parte delle ricerche, alcuni elementi mi sono sembrati un pò troppo protratti ma questa impressione non ha intaccato alla fine più di tanto la mia valutazione entusiasta di questo capitolo. Uno dei miei preferiti del decalogo, di un regista che tra l'altro non mi fà impazzire.

"Lesson first: submission. We're docile servant dogs. Our leashes are your limbs computed deep within"
ds1hm  20/04/2006 16:19:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
concordo, quasi su tutto. (per i voti sono però in parte inattendibile perchè invece apprezzo così tanto il cinema di Kieslowski che spesso sono portato a esaltarlo un pò troppo). Quello che mi attrae di questo modo di fare cinema non è tanto il film in se, perchè d'altrone la perfezione secondo me è raggiunta solo in film rosso, ma sopratutto quello che anche tu affermi in una parte del commento: "è un ottimo spunto di riflessione". Spesso mi è bastato trovare questo in quasi tutti i film di Kieslowski, indipendentemente ripeto dal loro stile e condivisione di giudizi, ma queste analisi, questa rappresentazione per simboli (che per molti è solo retorica ma alla base c'è tutto T.S.Eliot) sono personalmente ancora ineguagliate nel cinema recente. (nota l'inchiostro sul foglio di carta, l'ape che cerca di volar via dal barattolo nel secondo episodio e così via).
Crimson  20/04/2006 16:32:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
l'ape che cerca di volar via dal bicchiere nel secondo episodio è un'immagine eccezionale, anche a me ha colpito molto (il secondo è uno degli episodi che mi son piaciuti meno però).
Quella che dici tu è la caratteristica di kieslowski dopotutto, però non sempre mi sono piaciuti i suoi film. Però credo che quelli più complessi vanno visti più di una volta.
Una curiosità: Kieslowski era cattolico?
ds1hm  21/04/2006 13:51:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
infatti, il numero 2 non è al livello dei migliori (1-4-5-6-7-9) ma credo che l'impronta che Kieaslowski voleva dare al tema era troppo complicata.
Cattolico o meno? Non lo so. D'altronde ricordo che dopo la sua morte nel 1994 se ne è parlato dovunque e ricordo che lessi sia di critici che ne esaltavano la sua religiosità e sia di coloro che evidenziavano invece la sua assenza di giudizi morali quasi come volontà di opporsi e svincolarsi dalla fede. In ogni caso per il decalogo come per altri suoi film alla fine si avverte qualcosa di stantio se ci si focalizza solo sul tema religioso (in fondo vi sono alcune critiche di base alla società il cui fallimento non può essere sviscerato dall'inattualità di certe impostazioni religiose, motivo per cui sento una certa confusione della critica recente verso questi giudizi tanto che da uno o due anni praticamente non si parla di Kieslowski da nessuna parte).
Crimson  21/04/2006 14:58:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
già in effetti io vedo la sua presa di posizione piuttosto superpartes per quanto riguarda il modo di affrontare il tema religioso. Era e rimane una curiosità personale per quanto riguarda il Kieslowski uomo. Come sempre grazie per i tuoi preziosissimi e graditissimi interventi. Appena posso commento il 4 che mi è piaciuto molto e via via tutti gli altri così magari parliamo ancora di questa singolare e interessantissima opera cinematografica.