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SACRO GRA regia di Gianfranco Rosi

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fidelio.78     4½ / 10  10/10/2013 08:36:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film tratta storia vera, restituisce allo spettatore uno spaccato di vita di alcune persone delle borgate intorno al GRA, ai margini della Roma che siamo abituati a vedere.
Vero.
Ha una accecante aura di realtà.
Vero
Ha i corpi e i volti giusti, fotografati abilmente.
Verissimo.
Il regista e tutto il cast tecnico sono di altissimo livello.
Verissimo. Rosi dimostra grandi capacità registiche con scelte stilistiche da vero maestro.
Però questo campionario umano fatto di piccoli flash sulle vite dei personaggi dopo una mezz'ora annoia. Annoia da morire.
Non c'è storia, non c'è drammaturgia, ma solo voyeurismo. E a me di vedere cosa faccia il mio vicino di casa non frega un beneamato caxxo.
Il voyeurismo in salsa GF (perché di questo si tratta) rivisto in chiave autoriale sostituendo i truzzi con i travoni vecchi e gente ai margini della società a me annoia da morire e infatti ho dormito per gli ultimi 30 minuti di film.
Questo film non è neanche innovativo perché Pasolini faceva le stesse cose 40 anni fa e Fellini con Mamma Roma fece decisamente di meglio.
Pasolini 40 anni fa aveva un senso. Era anche un cinema di rottura.
Anche questo volendo potrebbe essere considerato cinema di rottura... di maroni, però.
Basta con sto cinema italiano fintamente autoriale che copia i grandi del passato.
Se vogliamo esistere come cinematografia nel futuro e a livello internazionale dobbiamo andare oltre il nostro passato glorioso, prenderne spunto, rielaborarlo, ma definitivamente superarlo.
Il premio a Venezia è solo l'ennesimo tentativo di regalare notorietà tramite un premio di un festival che proprio come il nostro cinema non riesce più a tirar fuori veri autori, ma solo premi combinati e cinema noiosamente riciclato e già visto ma spacciato sotto la falsa luce dell'autorialità che copre quindi anche ogni limite narrativo.
Rosi però sembra bravo. Speriamo in un futuro "roseo"
amterme63  11/10/2013 23:00:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Curiosamente i film di Pasolini 40 anni fa ricevevano le stesse reazioni e le stesse critiche che sta attualmente ricevendo questo film. Hai fatto dei paragoni che mi hanno suggerito che questo film viva proprio dello stesso spirito dei film di Pasolini. Solo che ci si accorge che rispetto a 40 anni fa la situazione è tremendamente peggiorata. L'ambiente è sempre quello degradato della periferia, solo che è scomparsa l'umanità, il pathos, l'animalità della gente di allora. Ora ci sono solo alienati, soli, chiusi in interessi speciosi, senza un briciolo di vita. Così ci siamo ridotti.
Massimiliano, rispetto il tuo giudizio e le tue impressioni. A me invece mi ha colpito in positivo proprio perché rifiuta la logica del voler divertire, emozionare e coinvolgere a tutti i costi, comunicando solo ed esclusivamente a livello di coscienza e conoscenza. Io ho usato queste due mezzi e sono uscito dal cinema sicuramente più consapevole, più convinto ed anche "emozionato" per avere visto tradotta con originalità e sapienza tecnica ed artistica l'amarissima verità del mondo che viviamo.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  16/10/2013 22:24:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mah Max equipararlo al Gf mi sembra azzardato...la comunicativa io la trovo tanto, anche in quegli scenari notturni o prima dell'alba dove si confondono personaggi e altro, voci parole piu' che vere storie...e' il solito concetto del Luogo che ispira parole non le persone...quegli agglomerati dove tutti vivono nello stesso spazio uguale e trovano valore anche in questa dimensione uniforme