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A FIELD IN ENGLAND regia di Ben Wheatley

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  27/02/2015 11:52:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ben Weathley conferma essere filmaker incatalogabile, fuori dai canoni, indifferente alle leggi del mercato e quindi intrepido ideatore di prodotti come "A field in England", pellicola sperimentale e psichedelica, in cui la trama è spesso mero orpello di ostica comprensione.
Girato con un luminoso bianco e nero, ambientato (presumibilmente) durante la guerra civile inglese, ha come protagonisti quattro disertori più un mefistofelico aguzzino.
Il personaggio centrale è Whithead, ciarlatano, vigliacco, al soldo di un signorotto che vuol fargli la pelle per aver errato l'ennesima divinazione; al suo fianco ci sono tre militi: il feroce, il frastornato e l'ingenuo. Sognano una birreria, troveranno O' Neil, aspirante crudele alchimista, il quale li soggiogherà per cercare un tesoro secondo i suoi calcoli seppellito in un immenso campo al limitare di un bosco.
E' qui, in questo non luogo che si svolge l'azione, in un tempo che è solo suggerito, con le coordinate spazio-temporali sparigliate dall'effetto allucinogeno di alcuni funghetti dei quali i protagonisti si cibano finendo presto vittime di in un delirio in cui realtà e allucinazione si incrociano di continuo come in una danza altamente nociva.
Pellicola mistica e simbolica, alleggerita da buone dosi di humor nero e dalla malinconica ballad " Baloo my boy", " A field in Enlgand" si apre con un ammonimento, si avverte lo spettatore più sensibile alle repentine variazioni di luce riscontrabili all'interno della pellicola: ci sono infatti sequenze stroboscopiche e immagini lampo (flickering). Momenti a dir poco destabilizzanti, apice straniante e bizzarro di una pellicola già abbondantemente visionaria, in cui la violenza prende il sopravvento senza inutili esagerazioni, mentre l'avidità umana permette ad un uomo di scoprirsi non poi così inetto.
Molto interessante, un'opera lisergica e cervellotica, imperdibile per i fan di certo cinema criptico in cui i punti di riferimento sono spesso sbugiardati.