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ZABRISKIE POINT regia di Michelangelo Antonioni

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ULTRAVIOLENCE78     7½ / 10  04/09/2009 14:01:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gli ultimi sussulti post-sessantottini. L’estremo colpo di coda, messo in atto con un’opera in cui una visione apocalittica anti-borghese va di pari passo con quella di una “morrisoniana” “great golden copulation”, nell’alternanza tra severe invettive al sistema ed esaltazione dell’amore libero e depurato da qualsiasi classificazione di natura sociale. Così, attraverso un manifesto apparato metaforico (secondo il canone tipico del linguaggio cinematografico di Antonioni), si va dalle immagini che mettono in risalto l’artificiosità e la fatuità della mondanità capitalistica a quelle che, al contrario, evidenziano la naturalezza di un rapporto fondato sulla spontaneità, nel contrasto tra gli ambienti chiusi e asfittici di una multinazionale o di una villa lussuosa e quelli ariosi e luminosi della “Death Valley”.
Non è un film pessimistico, tutt’altro. Al momento di massima crisi, rappresentato dall’evento luttuoso, non consegue un adeguamento allo “status quo”, con conseguente assorbimento nelle “gerarchizzazioni” socio-economiche, ma il rifiuto di queste e la fuga: un modo per mantenere viva quella speranza –all’epoca sulla via del tramonto- di cambiamento radicale che ha costituito l’anima, sotto il profilo ideologico, del movimento sessantottino.
A conferma della svolta positiva, vi è pure il venir meno del peso dell’incomunicabilità di coppia, che aveva segnato la precedente produzione del regista ferrarese e che ora lascia il posto a una nuova e più conciliante prospettiva: alla sofferenza per la solitudine interiore subentra, qui, l’incanto e l’euforia per l’unione di due anime affini, suggellato dall’atto sessuale che si eleva –addirittura- fino a richiamare una sorta di amore cosmico.
Un film un po’ ingenuo ed esile nella sceneggiatura, perchè fa leva su una contrapposizione quasi “manicheistica” esente da analisi più approfondite della realtà (in questo senso, meglio l’ultimo lavoro di Bernardo Bertolucci), ma assolutamente pregevole nel suo impatto visivo, grazie ad un’eccelsa fotografia (Alfio Contini), che si muove tra suggestivi bagliori solari e orizzonti crepuscolari, e ad una efficace regia giocata in gran parte su campi lunghi e lunghissimi. Molto riuscito il momento (citazione parodistica di “Intrigo internazionale”?) in cui i due protagonisti s’incontrano, l’una in automobile l’altro su un velivolo, e nel quale si assiste a un singolare corteggiamento aereo.
Di prim’ordine la colonna sonora.
Ciumi  18/09/2009 07:03:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche tu sei un appassionato dei Doors?
Ti è piaciuto il film di Oliver Stone?
A me ben poco.


ULTRAVIOLENCE78  18/09/2009 14:05:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film di Stone? Eccellente, e il fatto che non sia piacito agli idolatri morrisoniani ne è una riprova, dato che il film costituisce proprio una disamina lucidissima sul fenomeno dell'idolatria (vedere voce "religione").
Ciumi  18/09/2009 15:51:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma guarda, ti assicuro di non essere un idolatra di Jim (la mia passione si limita ai primi due dischi del gruppo, che considero bellissimi), ma ho trovato il film veramente mediocre.
Nel valorizzare quasi esclusivamente l’aspetto osceno (anche Nico, ridimensionata ad una zoccola che gli fa un pompino in ascensore, è piuttosto imbarazzante) trascurandone quello artistico, poetico e di costume, ci vedo piuttosto molta furbizia, e una superficialità, come dire, un po’ adolescenziale.

ULTRAVIOLENCE78  18/09/2009 16:43:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ovviamente non mi riferivo a te, ma a tutti i fan che hanno gridato allo scandalo per come è stata tratteggiata l'immagine del loro "totem". L'importante è cogliere lo spirito del film che, ripeto, non vuole essere l'agiografia di Morrison e dei personaggi che -nel bene e nel male- hanno gravitato attorno alla sua figura, bensì l'analisi di quel fenomeno che il cantante, suo malgrado, ha determinato. Non è un film su Morrison, i Doors, Nico, Warhol e quanti altri, ma sugli aspetti deleteri e ottenebranti dell'idolatria, qualsiasi forma essa assuma, anche quella religiosa. E scusa se è poco... Le licenze artistiche riguardo la maniera in cui vengono presentati i personaggi, per quanto discutibili, passano in secondo piano rispetto alle vere intezioni dell'opera.
Per una volta Stone ha abdicato alla sua retorica familista e si è concentrato su una tematica veramente valida; ed infatti, tra quelli che ho visto, questo è l'unico suo film che mi abbia pienamente convinto.
Ciumi  18/09/2009 18:02:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bo, io l'ho interpretato diversamente: non un'analisi sul fenomeno che il cantante ha determinato, piuttosto una speculazione sul personaggio Morrison.
Non ho visto molto di Stone (Assassini nati, Platoon, Talk radio), ma in nessuno di questi film m'è parso sinceramente aderire ad una retorica familista, anzi...
ULTRAVIOLENCE78  18/09/2009 19:56:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Retorica familista (es. JFK, che rimane comunque un bel film) o patriottica (WTC, che è orribile) fino alle banalità del discreto PLATOON.
NBK mi manca, che mi dici a riguardo?
Ciumi  18/09/2009 20:23:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fosse per me ti sconsiglierei di guardarlo. E' un film allucinato - e fintamente ironico, a mio parere - sempre sul tema se vogliamo dell'idolatria, ma in questo caso di una coppia di assassini.
Ma fosse per me sconsiglierei a chiunque l'intera filmografia di Stone. Anche se Talk radio non era poi così male.

Assassini nati (insomma) scemi.

Di Antonioni invece, per tornare a Zabriskie, sono per me soprattutto molto belli: L'eclisse, Professione reporter e Blow-up.
ULTRAVIOLENCE78  19/09/2009 11:55:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Professione R. e Blow Up su tutti.