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TRACKS: ATTRAVERSO IL DESERTO regia di John Curran

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Spotify     6 / 10  31/07/2017 06:22:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Discreto film d'avventura con una rocciosa Mia Wasikowska. "Tracks" non aggiunge niente al filone al quale appartiene, che nel 2013, aveva dato tutto quello poteva dare. Si rivela comunque un buon prodotto da intrattenimento.
La storia è basata su un fatto realmente accaduto nel 1977: l'incredibile viaggio a piedi di Robyn Davidson attraverso il deserto australiano.
Robyn è una ragazza dall'infanzia difficile e crescendo, ha sviluppato un carattere introverso e riservato. Un giorno decide di compiere una clamorosa impresa: attraversare il deserto australiano per 2700 km, a piedi, fino ad arrivare all'oceano indiano. Questo viaggio, Robyn, vuole farlo sola, o meglio, senza esseri umani, visto che a farle compagnia ci saranno 4 cammelli e il suo adorato cane. La ragazza quindi, dopo aver addestrato i cammelli, decide di intraprendere il lunghissimo cammino, il quale la porterà in uno dei luoghi più isolati ed ostili della terra.
La pellicola, seppur, ripetiamolo, non spicca per originalità, si lascia guardare con un certo interesse, grazie soprattutto alla recitazione convincente della Wasikowska, la quale, è, secondo me, l'elemento trainante, dell'opera.
L'attrice, all'epoca appena 24enne, dimostra talento e grinta da vendere. Non esita poi, a calarsi in una recitazione dai caratteri maschili, dimostrando grande duttilità. Il ruolo in questione, non era di certo semplice da impersonare, ma Mia Wasikowska, riesce a far percepire allo spettatore l'atroce fatica che lei compie per arrivare alla meta. E ciò lo fa attraverso una serie di sguardi e di movenze davvero impressionanti per il loro realismo. In alcuni casi riusciamo quasi a sentire il sole cocente del deserto sulla nostra pelle. L'attrice australiana mette in mostra anche una grande sensibilità, si veda ad esempio il suo bellissimo rapporto con gli animali che la accompagnano durante il viaggio, oppure, in quei momenti dove sfoga la sua sofferenza e la sua frustrazione dinanzi ad Adam. L'esplicazione dei dialoghi è ottima, fredda si, ma ben preparata. Insomma, una performance completa, quasi nessuna sbavatura, forse ogni tanto la Wasikowska risulta un tantino statica ma poco importa, è lei che porta avanti il film.
La regia ha pregi e difetti. Riguardo i primi, partiamo col dire che c'è una gran caratterizzazione della protagonista. Il regista John Curran, attraverso la traversata di Robyn, ci racconta la vita di lei, ma non tramite dei flashback (ce ne sono giusto 3/4 molto corti), ma con dei primi piani sullo sguardo della ragazza che dicono tutto di lei, fanno capire allo spettatore che tipa è la giovane che ha deciso di intraprendere un'avventura tanto assurda. Poi, così come è stata brava Mia Wasikowska, anche il director riesce a trasmettere allo spettatore una certa sensazione di caldo, di soffocamento, grazie a delle inquadrature sulla protagonista molto suggestive.
Il ritmo non è male, quasi due ore che filano via piacevolmente. La narrazione, visto il tipo di film, è ben sostenuta, e non risulta aver bisogno d'altro.
Ben integrato nel contesto del film, il personaggio aborigeno.
Passando ai difetti invece, ho trovato poca valorizzazione della location. Di solito, una pellicola ambientata nel deserto, dovrebbe trasmettere quella sensazione di isolamento, di smarrimento, e invece, questa cosa quasi non si sente, eccetto forse, in un paio di scene. E come se Curran avesse messo la scenografia in secondo piano, quando al contrario, doveva essere la vera protagonista.
Altra pecca è ogni tanto la ripetitività di alcune situazioni. Dal mio punto di vista, se la pellicola fosse stata accorciata di un quarto d'ora, non sarebbe successo niente, in quanto, in determinati frangenti, si vede proprio che il director ha voluto allungare il brodo.
Il finale è senza infamia e senza lode. Forse lo si poteva fare più epico, ma va bene così.
La scenografia di per se è ben fatta, ma come detto, è mal sfruttata dal regista.
Gran bella fotografia, colori accesissimi. Si respira l'aria polverosa del deserto.
La sceneggiatura, pur essendo parecchio striminzita, è onesta e presenta dei dialoghi validi e mai noiosi. L'impianto narrativo, non ha alcun sussulto degno di nota (eccetto in un caso, vedi spoiler), però segue una vivace linearità.


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Ottima la stesura del personaggio di Robyn. Magari anche qui c'è qualche passaggio inutile e fine a se stesso del quale se ne poteva fare tranquillamente a meno.

Conclusione: un filmetto caruccio, non regala palpitanti emozioni ma può vantare una brillante recitazione di Mia Wasikowska. Per gli amanti del genere, è una pellicola alla quale le si può dare un'occhiata.

6++