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MISS VIOLENCE regia di Alexandros Avranas

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dubitas     8½ / 10  01/08/2016 15:21:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Erich Fromm dedica un intero saggio al problema della libertà. Siamo tutti abituati a considerare la libertà come un valore positivo, tutti ci diciamo alla ricerca di essa, ma siamo davvero così sicuri che non ci siano situazioni in cui la libertà può diventare spaventosa? E' proprio in queste situazioni che l'uomo fugge dalla libertà e diventa schiavo. E' la situazione tipica del masochista, che percepisce la propria insignificanza e cerca protezione in un'autorità superiore, sadica.
Questa è una premessa filosofica che non si può tralasciare di fare quando si analizza un film come Miss Violence, una meravigliosa allegoria della dialettica "dominio-sottomissione'' 'sadismo-masochismo'', vissuta nell'ambiente claustrofobico di una famiglia greca. L'evento del suicidio, essenziale per lo sviluppo narrativo, assurge a forza eversiva e la sua eversività si dipana con sempre più chiarezza man mano che il film procede e lo spettatore si rende conto delle dinamiche morbose della famiglia. Il timore riverenziale di figure femminili verso un pater familiare che sa essere distruttivo con un semplice sguardo e che nasconde scioccanti segreti rende l'intera famiglia prigioniera di un circolo vizioso fatto di violenza, soprusi e di laceranti silenzi. L'assistenza sociale non riesce a penetrare in questo microcosmo dove ogni emozione risulta anestetizzata, dove al cuore si è sostituito da molto tempo l'indifferenza tipica della mentalità borghese, non altro interessata che alla ricchezza e all'accumulo di capitale.
Ma c'è di più : come qualcuno fa notare, Avranas non rifugge da una contestualizzazione chiara del dramma familiare e lo inserisce pienamente nel macrocosmo della crisi economica; La tragedia che si consuma davanti agli occhi di uno spettatore di inerme è il frutto di una crisi più grande, che investe i valori e gli stessi sentimenti e fa arrivare l' uomo a cancellare quello che Bauman chiama il ''sentimento della pietà'' (''schiaffeggialo senza pietà''); Non solo mancano gli affetti che si direbbero naturali in un menage familiare, manca la pietà istintiva verso l'altro e soprattutto verso l'indifeso, il minore. Anzi c'è un compiacimento sadico dell'adulto nell'infliggere pietà al minore proprio in virtù della sua debolezza; è un gioco macabro che non può che far indignare lo spettatore quasi allo stesso modo di un reale episodio di cronaca; ed i punti di contatto con il ''documentario'' sono tanti : un realismo tragico, che si accompagna ad una strabiliante analisi psicologica;
Ma dal documentario Miss violence si differenzia per il suo modo di ''raccontare'', a volte con poca chiarezza, una storia che fin da subito si presenta come enigmatica; lo spettatore viene accompagnato a scoprire una storia che risulta negata allo stesso regista;
E quando la verità ultima si rivela lo shock che le si accompagna dà la sensazione, quasi, che quella storia raccontata tanto realisticamente non sia altro che una finzione, un film di fantascienza, una consapevole distopia.
Preferiamo non credere, o forse fare come Aggeliki : fuggire da questo mondo, e prima di farlo, lasciare un saluto, consci che quello che verrà dopo potrà solo essere meglio.