jack_torrence 8 / 10 24/01/2014 15:20:11 » Rispondi Quasi il punto d'incontro ben temprato fra Kaurismaki e Bresson. Molte le reminiscenze di Kaurismaki, celate dietro una messa in scena egualmente asettica ma leggermente meno algida e surreale. Anche le vite raccolte da John May attorno al suo ultimo caso, appartengono alla stessa tipologia di umanità cara al regista finlandese. Bresson, poi, e soprattutto, come nume tutelare: non solo semplicemente per l'adesione ad una certa estetica dell'asciuttezza, ma più che altro per la visione, tenera e spietata, di un mondo popolato da uomini abissalmente soli.
L'originalità di questo gran film di Uberto Pasolini sta nella dolcissima ferocia con la quale non perdona al suo personaggio di non aver saputo vivere, e lo condanna a un fato che raramente è così esatto e così preciso.
Il ritratto, davvero universale, è di un'umanità non malvagia quanto moralmente misera: alla solitudine ci condanna non il male che abbiamo fatto, ma l'incapacità di accorgerci per tempo dei nostri errori, e di dedicarci a porvi rimedio.
kowalsky 25/01/2014 14:19:28 » Rispondi D'accordissimo, ricorda molto Kaurismaki non ci avevo pensato subìto... del resto è uno dei miei cineasti preferiti e mi domando come non possa essere apprezzato di più da chi ama il buon cinema
jack_torrence 26/01/2014 11:09:33 » Rispondi caro Luca mi fa piacere trovarci d'accordo su Kaurismaki e sul fatto che Still life lo ricordi. Chissà, Kaurismaki è poco apprezzato forse perché poco visibile; ne parla bene la critica ma ha sempre una distribuzione marginale e non ha avuto riconoscimenti importanti. Tuttavia è uno dei 5-6 cineasti europei più importanti degli ultimi decenni, senza alcun dubbio. Ps non trovi che Kaurismaki a sua volta debba molto a Bresson, oltre che a Chaplin?
kowalsky 05/02/2014 00:51:22 » Rispondi Bresson certamente, ma piu' buster keaton che c.
jack_torrence 05/02/2014 11:19:06 » Rispondi be', un film come "Le luci della sera" era un chiaro omaggio a Chaplin sin dal titolo...