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PRISONERS regia di Denis Villeneuve

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  10/04/2014 17:33:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Thriller di ottima fattura, perfetto nel portare a galla con rara intensità le prigionie dei vari personaggi, a volte metaforiche, compresse in un dolore o in un' ossessione, altre volte ancora più soffocanti e spaventose perchè fisiche.
Il dramma di partenza coinvolge Anna e Joy, coppia di bimbe scomparsa nel nulla durante il giorno del Ringraziamento sotto una fitta pioggia. Unico indizio un camper malandato e un ragazzo con problemi mentali. Le piccole sembrano essere l'ennesimo caso di sparizione inspiegabile, uguale a tanti altri. Mentre la polizia brancola nel buio un padre accecato dalla perdita e dalla mancata protezione al suo nucleo famigliare decide, seguendo una sua inattaccabile quanto rischiosa convinzione, chi sia il colpevole, e si ingegna con ogni mezzo per costringerlo a confessare.
In parallelo si muove il laconico detective Lockee, costretto nel distacco professionale ed al tempo stesso furente nel suo ribollire interno per l'incapacità di risolvere il caso. E' forse lui il personaggio più sfaccettato e interessante, in uno spaccato suburbano sferzato da temporali e immobilizzato dalla neve, all'interno del quale ogni morale viene calpestata. E' la distruzione di ogni certezza, la frantumazione di un piccolo e accogliente mondo cui si aggiunge un agire corrotto, in negazione al vivere civile e ai convincimenti religiosi più volte sottolineati (non è un caso che il film sia apra con una preghiera) e negati nel momento del dolore, accantonati senza alcun dubbio nonostante l'uomo (come blatera la radio) debba rassegnarsi alla sofferenza in quanto peccatore a prescindere.
La durata eccessiva non è un difetto, la pellicola è stratificata con maestria, notevole nell'alternanza tra analisi introspettiva e momenti più consoni al filone; semmai qualche passaggio risulta poco oliato meritando qualche perplessità, nel complesso però l'intensità narrativa e lo svolgimento senza pause significative fanno del lavoro di Denis Villeneuve un dramma mai banale, dotato di raffinata descrizione emotiva, tra l'altro lasciata fluire senza forzature, e chiuso in modo decisamente soddisfacente e (quasi) impossibile da anticipare.
Ad arricchire il piatto già succulento le ottime interpretazioni degli attori: Paul Dano in ruoli estremi dà sempre il meglio, poi a riempire lo schermo ci sono la fisicità ferina di Hugh Jackman e il tormento trattenuto a stento di Jake Gyllenhaal.
pat3  05/05/2014 14:03:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sapevo che ti sarebbe piaciuto...
:)
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  07/05/2014 13:05:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
;)