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BLUE JASMINE regia di Woody Allen

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Roderick     5 / 10  11/12/2013 16:28:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allen fa un film all'anno per esorcizzare paure e nevrosi. Buon per lui, molto meno per noi.
Io che conosco molto bene la sua cinematografia, ho visto questo film contorcendomi sulla poltrona.
Basta. Non ne posso più del suo jazz, di Blue Moon, dei tic e balbettii, degli equivoci e delle menzogne, delle scene girate in cucina, nei salotti, o nei giardini; non ne posso più di crisi d'ansia, di psicofarmaci e di relazioni in preda al caos.
Verso la metà del secondo tempo mi è sembrato di assistere ad un film-fantasma, girato da qualcuno ormai senz'anima e senza idee, da un'automa.
Se penso alle delizie esileranti che ci ha regalato, all'intelligenza dei dialoghi, alle geniali soluzioni delle sceneggiature mi viene da piangere. Anzi, mi arrabbio perchè la sensazione è quella di assistere ad un compito prestabilito con scadenza annuale, condito da un cinismo senza respiro, senile ed annegato nel chiacchericcio.
La sceneggiatura è tutta telefonata, fino all'insostenibile apparizione di Augie a rovinare la frittata.
Davvero mediocre.
Ho l'impressione che la critica si sia sperticata in lodi soltanto per le tematiche più serie affrontate, rispetto a quei pasticci che l'hanno preceduto. Se non si trattasse di WoodyAllen potrei anche starmene, ma sapendo che si tratta di un suo film non ci sto. E chissenefrega della grandissima interpretazione della Blanchett, lo sapevamo che era bravissima...pensate un pò se non ci fosse stata lei!
Insomma, secondo me il meraviglioso narcisista è troppo vecchio per riuscire ancora a stupire, commuoverci e renderci felici come un tempo.
Dagli anni 2000, quando cominciò a virare verso il cinema di "genere", riuscendo a regalarci ancora risate con Criminali da strapazzo e Hollywood ending, una perla nera come Match point e la parentesi felice di Basta che funzioni, diede inizio alla sua parabola discendente, che vista l'età e la produzione industriale gli si può anche perdonare.
Non credo, però, che andrò più a vedere i suoi film, perchè la sensazione è proprio quella che siano ormai frutto di un suo bisogno compulsivo, e non più di un felice abbraccio con l'umanità.