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PHILADELPHIA regia di Jonathan Demme

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  24/07/2006 21:17:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A tratti straordinario, ma imperfetto, Philadelphia fatica a uscire dai luoghi comuni sul tema dell'omosessualità, suscitando un certo fastidio per la famiglia ricca e felice (percio' tremendamente dalla parte di Andrew e della sua scelta sessuale?!) che sembra omologarsi a un liberismo fazioso e che rappresenta solo una parte della realtà. Trovo superficiale (e convenzionale) anche la presunta omofobia degli afroamericani, raffigurata dall'avvocato Denzel Washington: è sempre pericoloso confermare questa teoria solo perchè si ascoltano i testi dei rappers...
Certo il film è anche un melodramma superbo, con un Hanks straordinario forse piu' erede di Hnery Fonda che del sommo conservatore Jimmy Swaggarth.
Alla fine Philadelphia commette l'errore di preservare lo status sociale del protagonista, attraverso i suoi diritti negati, senza attraversare anche quell'altro mondo dove la carriera non è prioritaria ma i diritti devono essere pressochè gli stessi.
Piuttosto delirante la famosa sequenza del brano della Callas, che interpreta a suo modo l'attaccamento alla vita e la disperazione del male che divora Beckett.
Alla fine l'ottimo Demme fa egregiamente il suo mestiere, ma oltre all'emozione che lascia un vero e proprio nodo alla gola nel finale, ne esce soprattutto un'allucinato spaccato capitalista della paura dell'aids, la rappresentazione di una tragedia annunciata.
Memorabile cameo di Roger Corman al processo di Andrew