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PHILADELPHIA regia di Jonathan Demme

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elio91     8½ / 10  24/05/2010 09:34:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ero malridotto e non riuscivo a capire
cosa sentivo
Non riuscivo a riconoscermi
Vedevo il mio riflesso in una vetrina
e non riconoscevo la mia stessa faccia
Oh fratello mi lascerai
a consumarmi
Sulle strade di Philadelphia

Ho camminato lungo il viale finchè le mie gambe
sono diventate come pietra
Ho sentito le voci di amici spariti e partiti
Di notte potevo sentire il sangue nelle vene
Nero e sussurrante come la pioggia
Sulle strade di Philadelphia..."


Incredibile come Demme sia riuscito a passare quasi con noncuranza da un thriller cupo e sanguinoso come Il silenzio degli innocenti a questo Philadelphia,dove il sangue è in effetti la causa scatenante di tutto,realizzando due dei film più importanti degli '90.
Ma certo vanno riconosciuti non solo dei meriti al film stesso,che ne ha senza ombra di dubbio,ma anche a ciò che ha rappresentato in un momento di grande discriminazione e intolleranza nei confronti della piaga dell'AIDS e,di conseguenza,dell'omosessualità. Qualcosina in più nella valutazione anche per questo.
Il film è stata la prima produzione ad alto costo a trattare in maniera aperta e coraggiosa il tema dell'AIDS in uno degli anni più difficili in cui questa malattia sollevava ancora dubbi e odio.
Demme dirige in maniera sobria,raffinata e ottima,alcuni suoi accorgimenti sono appena visibili ma agiscono in maniera determinante. Esempio: Beckett,malato di AIDS,confida la sua malattia all'avvocato Miller fino a quel momento amichevole e inconsapevole del suo stato,dopo aver detto del suo problema l'inquadratura si sposta verso l'alto e vediamo Miller che si allontana in maniera impercettibile ma di certo timorosa. E il film mantiene sempre una regia attenta ed elegante.
La cosa migliore è che non si ricorre a mezzi o retorica facile,tutto viene mostrato in maniera però sensibile e delicata. Visto con gli occhi di oggi,Philadelphia può anche apparire troppo intriso di pietismo ma come sempre bisogna tenere a mente che di pietà i malati di AIDS non ne vedevano molta in quegli anni e di certo questo film ha determinato perlomeno a cambiare un atteggiamento,oltre che un punto di vista.
Il fatto è che Philadelphia riesce ad arrivare ai cuori della gente grazie alla sceneggiatura,non magnifica,ma che ha nei personaggi un punto di forza (e nelle interpretazioni): Tom Hanks è fortemente empatico e molto bravo,l'omosessuale che interpreta riesce a non essere nè una macchietta nè esagerato sotto tutti i punti di vista. C'è molto pietismo per lui,per la sua battaglia che continua nonostante la malattia lo stia lentamente consumando. Washington è quasi il punto di vista dello spettatore medio,non ama i gay e anzi dice apertamente che gli "fanno schifo",all'inizio neanche vuole accettare la causa. Lentamente,però,capirà l'animo sensibile di Andrew e che il mondo di Andrew non è lontano dal suo, non è nè perverso nè malato,semplicemente non lo conosceva. Insomma,alla fine il suo punto di vista arriverà ad un cambiamento improntato al rispetto e con lui anche lo spettarore non può rimanere indifferente.
La colonna sonora è bellissima e il brano di Springsteen è magnifico.


"...Non c'è alcun angelo che venga a salutarmi
Ci siamo solo io e te amico mio
I miei vestiti non mi vanno più bene
Ho camminato mille miglia
Solo per sfuggire a questa pelle

La notte è arrivata, sono sdraiato e sono sveglio
Mi sento indebolire
Quindi fratello ricevimi con il tuo bacio infedele
O ci lasceremo soli così
Sulle strade di Philadelphia"