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CONCERTO PER PISTOLA SOLISTA regia di Michele Lupo

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Alpagueur     6½ / 10  26/10/2020 18:37:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una discreta commedia/thriller (o thriller/commedia) con un sano senso dell'umorismo distribuito qua e la. Un gruppo di parenti si riunisce presso la tenuta di famiglia per la lettura del testamento del compianto duca inglese Sir Henry Carter. Quando l'intera fortuna viene lasciata alla nipote Barbara (Anna Moffo), uno di essi si trasforma in omicida. Spetterà al (simpatico e prespicace) 'bobby' autoctono, sergente Aloisius Thorpe (Gastone Moschin) e all'ispettore Gray di Scotland Yard (Lance Percival), cercare di risolvere il caso. "Concerto per pistola solista" (alias "The weekend murders") è spesso classificato come un giallo, ma non credo che si possa qualificare davvero come tale: la sua ambientazione inglese e la tipica trama 'who did it' (chi è stato a fare questo?) in stile Agatha Christie lo rendono troppo 'british' nei toni per poter far parte del genere giallo ("vuole fare una doccia ah ah che sciocchezze, solo gli animali e gli americani si lavano in piedi, un gentleman fa il bagno" dice Gladys al figlio Georgie :-). Certo, il regista Michele Lupo butta li alcune felici intuizioni, in particolare zoom in rapida sequenza e salti di immagine (sulle belle note di Tchaikovsky e al suono dei colpi di pistola!), ma c'è poco altro per collegarlo allo stile ultra violento, un mondo pieno di oscuri maniaci con guanti di pelle che inseguono sensuali vittime femminili. La struttura narrativa in stile 'Dieci piccoli indiani'' del film riserva pochissime sorprese, ma l'eccellente cast lo rende divertente da guardare nonostante la prevedibilità, con la divertente dinamica tra il pomposo detective Gray e Thorpe, in realtà più intelligente di quanto non sembri. Merita una menzione anche Chris Chittell, nei panni di Georgie, ragazzino emotivamente disturbato ma esilarante, il suo personaggio squilibrato è uno dei principali sospettati, mentre l'incantevole Orchidea de Santis, nei panni di Evelyn, la cameriera, merita di essere tenuta d'occhio per ragioni molto diverse. Originali le idee dell'arma di offesa (ideata sia per uccidere le vittime che per crearsi l'alibi), del montacarichi (una delle tante variazioni sul tema del "delitto della camera chiusa"...ossia come far passare un omicidio per un suicidio, con tanto di porta chiusa dall'interno), del tagliando delle foto e dell'obiettivo fotografico di Ted con la ghiera ferma sul "2" (metri). Come accennato sopra, bello il ricorrente (e famoso) concerto per pianoforte e orchestra n. 1 op. 23 di Tchaikovsky (qui arrangiato opportunamente dal bravo Francesco de Masi), uno dei punti di forza del film secondo me (anche se a volte non se ne sente la necessità), questa bella musica classica è stata utilizzata anche ne "La farfalla con le ali insanguinate" (1971), di Duccio Tessari, ma con un arrangiamento un po' differente (per quanto riguarda la seconda metà, la prima è sostanzialmente identica), di Gianni Ferrio, che ho decisamente preferito. Il movente? Un mix tra due dei soliti tre...non particolarmente originale devo dire. La fine è curiosa, lascia effettivamente il dubbio!

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