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THREE regia di Nonzee Nimibutr, Kim Jee-Woon, Peter Chan

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speXia     6½ / 10  13/09/2012 14:36:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Precessore del bellissimo THREE...EXTREMES che non regge assolutamente il paragone con il sequel, che è un horror costantemente intelligente e originale, ovvero il contrario di questo film qui.
Gli episodi sono i seguenti.

MEMORIES (Corea Del Sud): un uomo si reca da uno psichiatra per cercare di ricordare cos'è successo a sua moglie, sparita qualche giorno prima. Proprio la moglie, apparentemente morta/svenuta, si risveglia su una strada, senza avere idea di come sia finita lì. I due cercheranno di capire cosa è successo.
Dietro la macchina da presa, un Kim Jee-Woon alle prese con l'horror per la prima volta. La storiella ha il suo fascino, è tesa e talvolta persino spaventosa, è anche ben interpretata e accompagnata da una piacevole colonna sonora. Purtroppo la trama è troppo scontata, oltre che piuttosto prevedibile.
Voto: 6½.

THE WHEEL (Thailandia): un costruttore di marionette giace in un letto, spaventato e circondato da fantasmi dalla sembianza di bambole. L'uomo era coinvolto in una maledizione, che alleggia anche sulle marionette e uccide tutti quelli che le posseggono.
La Thailandia fa davvero una brutta figuraccia, e la fa fare anche all'intero film. Non è un caso che in THREE...EXTREMES sia stata sostituita dal Giappone, che ci ha regalato l'episodio migliore del film, THE BOX del mitico e geniale Miike.
Come hanno già sottolineato gli utenti sotto di me, questo è senz'ombra di dubbio il peggior episodio. Di buono e interessante ci sono solo i continui richiami alla cultura, alla tradizione e ai costumi locali. Per il resto, è una storia bruttina, insensata e un po' banale, fatta male e recitata ancor peggio.
La regia è affidata a Nonzee Nimibutr, nome che a molti non dirà niente, ma è invece un regista prolifico e che ha alle spalle un cult del Thai-horror: NANG NAK.
Peccato, perchè la Thailandia è comunque un buonissimo paese per gli horror.
Voto: 4.

GOING HOME (Hong Kong): un poliziotto e suo figlio si trasferiscono in un grosso palazzo dall'aria molto tetra. Il bambino è inquietato dalla presenza di una misteriosa bimba vestita di rosso, mentre il padre scoprirà che uno degli inquilini nasconde un orribile segreto.
Dopo i precedenti episodi, il primo nulla di ché, il secondo bruttissimo, GOING HOME è decisamente spiazzante.
Davvero meraviglioso. GOING HOME è uno di quei particolari horror/dramma alla AUDITION, dall'atmosfera spaventosa e morbosa, e al tempo stesso cupa e malinconica. Una storia d'amore e di morte davvero struggente, solo mascherata da horror, per il suo leggero tocco sovrannaturale. Tutta la sequenza finale è così triste e pessimista da far star male.
Non è un caso che questo episodio (singolarmente) abbia vinto 3 premi: miglior attore (Leon Lai), migliore nuova interprete (Eugenia Yuan) e miglior fotografia (Christopher Doyle, una garanzia).
Voto: 9.

Il risultato finale è un 6½ spaccato.
Non è nulla di ché, si può vedere, ma è il terzo episodio a valere la visione dell'intero film.
Sicuramente, per chi vuole un horror davvero bello, è più indicato THREE...EXTREMES.