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LEI regia di Spike Jonze

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jack_torrence     10 / 10  13/03/2014 23:34:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo vidi in sala con il cast (Scarlett compresa). Novembre 2013, festival di Roma.
L'emozione suscitata dal film, amplificata dalla circostanza, mi aveva poi suggerito prudenza: ho evitato di commentarlo a caldo e ho resistito altri 4 mesi. Solo ieri ho terminato la recensione.
Oggi mi sono precipitato a rivederlo. A fine proiezione, commosso, ho dovuto trattenere le mani che avrebbero voluto tornare ad applaudire.

"Her" è un capolavoro.
Un classico.
Un instant-classic.
Italo Calvino avrebbe elogiato questo film. Leggerezza. Rapidità. Esattezza. Visibilità. Molteplicità. Le lezioni americane fatte film.

In "Her" (dialoghi stupendi, regia baciata dalla grazia, interpretazioni magistrali, fotografia fantastica) c'è un equilibrio miracoloso tra profondità e levità. Il bisogno universale di contatto e amore dialoga poeticamente con la tendenza al solipsismo propria dell'era digitale. "Her" immalinconisce con disincanto, ma dischiude la speranza: trovando nella persistenza della memoria emotiva il tesoro segreto che consentirà all'amore di salvare il mondo (parafrasando Dostoevskij).
Sì: la memoria emotiva. Quella più fragile a perdersi, quella più preziosa. Quella che da "Hiroshima, mon amour" conduce a "Eternal Sunshine of a spotless mind".
L'uso del flashback, cui "Her" fa largo ricorso, come continuo contrappunto, è stato raramente così espressivo al cinema.

"Her" è la fotografia più fedele - una fotografia lieta, tirate le somme - che il cinema, come macchina dell'immaginario, potesse restituirci - con entusiasmo temperato dalla malinconia - dell'era in cui ci siamo inoltrati. (Una fotografia intima, umanista; non socio-politica).

Senz'ombra di dubbio una pietra miliare del cinema del nuovo secolo.
Mi piace immaginarlo, anche, come il film che Alain Resnais ha inseguito per una vita. L'ha girato Spike Jonze. Spike, come ti è venuto così bello?

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