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LEI regia di Spike Jonze

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8½ / 10  17/10/2014 12:21:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che il singolo abbia ormai sviluppato un rapporto ai limiti del morboso con la tecnologia informatica è un dato di fatto; Spike Jonze vede oltre, mette in scena la sublimazione totale dei supporti interattivi attraverso un sistema operativo chiamato OS.
In soldoni una personalità virtuale adeguata al carattere e alle esigenze dell'acquirente, in grado di interagire con esso a qualsiasi ora del giorno. Trattasi tuttavia di una semplice voce (in orginale Scarlett Johansson, nella versione italiana la poco convincente Micaela Ramazzotti), contenuta in un pc o in un avveniristico Iphone, con la quale il protagonista stabilisce fin da subito un'ottima intesa.
Lo spaccato sociale proposto è credibile dal punto di vista futuristico, il protagonista Theodore (fenomenale Phoenix in sottrazione), di professione scrittore di lettere per terzi, riempie i suoi elaborati di sentimenti perduti per strada dopo la dolorosa fine del proprio matrimonio.
Sopravvive finchè non entra in contatto con Samantha, compagna virtuale descritta tutt'altro come priva di carattere o asservita supinamente ai desideri del proprietario. Samantha cresce con lo svilupparsi del rapporto esponendo esigenze, desideri, fantasie che non sempre Theodore riesce a soddisfare.
Poetico e riflessivo "Her" è un melodramma surreale solo sulla carta: maledettamente profondo nello scavare nei sentimenti umani, per nulla forzato nel riferire la complessità di un rapporto amoroso che ci appartiene nelle modalità e nelle dinamiche nonostante l'indiscutibile bizzarria delle premesse.
I dialoghi -ovviamente fattore espressivo dominante- sono sbalorditivi nel cogliere con naturalezza l'essenza della relazione, sono flusso incessante per dare concretezza a ciò che può essere espresso solo attraverso le parole in un amore che non è affatto un miserando placebo affettivo.
Non saranno solo rose e fiori, Samantha è più umana di quanto si possa immaginare, è stata creata dall'uomo e da esso è capace di apprendere sviluppando un propria individualità che di conseguenza non può essere idealmente perfetta.
Gli Arcade Fire regalano una soundtrack da brivido mentre le scenografie dai colori pastello e dall'impronta vintage avvolgono in maniera rassicurante.
"Her" non condanna la tecnologia, attraverso questa il protagonista riprende contatto con quel mondo alienato pronto ad accettare l'amore come sentimento splendido, appagante, ma anche scostante ed imbrigliabile.