scantia 5 / 10 23/02/2015 01:35:53 » Rispondi 1/4 di Fabio Volo e 3/4 di riflessioni dal blog di Selvaggia Lucarelli. Aggiungere una spruzzata di testi dei Modà per la sceneggiatura, tanto per chiarire definitivamente quanto la credibilità dell'Academy sia ormai pari a quella di Sanremo, il tutto servito in un sontuoso calice di cristallo di pregevole fattura (almeno quello). La metafora di partenza della solitudine nell'era della tecno-socializzazione, materia potenzialmente interessante, affogata in un mare salmastro di banalità pseudo-esistenziali da rubrica cuori solitari e frasi fatte, ruffiano nella costruzione dei personaggi, la peggiore sòla da quando scelgo un film fidandomi dei voti su Filmscoop. Si salva per la realizzazione tecnica, seppur debitrice in modo fin troppo evidente di 10 anni di dr. House ma oltre l'atmosfera patinata, il vuoto totale. Si finisce col rivalutare American Beauty!
Niko.g 23/02/2015 10:08:26 » Rispondi "un mare salmastro di banalità pseudo-esistenziali da rubrica cuori solitari e frasi fatte" Vengo a stringerle la mano nel salotto di Concita De Gregorio ;D Mi chiedo come possa una sceneggiatura del genere essere considerata addirittura "poesia". Mah!!!
scantia 23/02/2015 19:42:23 » Rispondi Chiediti prima perché Volo scrive nella pagina culturale del Corriere, il resto viene da sé...