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STALINGRAD (2013) regia di Fyodor Bondarchuk

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Spotify     7½ / 10  08/04/2017 19:26:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ennesimo film sulla seconda guerra mondiale. Stavolta l'opera si concentra su quello che è stato senza dubbio, uno dei passaggi più importanti del conflitto, e cioè, la battaglia di Stalingrado.
Quello in cui si differenzia la pellicola è il proprio paese di produzione. Infatti il film è russo.
La trama vede la storia svilupparsi, appunto, nella Stalingrado occupata dai tedeschi. La storica battaglia svoltasi nella città, è appena all'inizio. Un manipolo di soldati russi prende sotto controllo un edificio nel quale, c'è anche una ragazza, sopravvissuta alla furia nazista. L'obiettivo dei militari, è il palazzo situato di fronte al loro, dove si trovano le truppe germaniche. Queste ultime, sono comandate dal maggiore Kahn, un uomo che, pur credendo nella causa per cui combatte, si è innamorato proprio di una bellissima ragazza russa, Masha.
Le due fazioni scateneranno in pochissimi metri, una tremenda guerriglia, la quale, "inaugurerà" la battaglia di Stalingrado.
Il film in questione, è un'opera a due facce. Da una parte il lungometraggio si avvale di una tecnica impressionante. Ci viene offerto uno spettacolo visivo veramente notevole. Dall'altro lato, c'è la totale mancanza di sostanza, la quale scaturisce da diversi fattori, primo fra tutti, una sceneggiatura di si e no 3 pagine e successivamente, la classica retorica che spesso sopraggiunge in film come questo "Stalingrad".
Ma andiamo con ordine.
C'è una scenografia meravigliosa. La Stalingrado devastata è realizzata in maniera impeccabile, ci sono tantissimi dettagli che vengono messi in mostra, anche alcuni apparentemente insignificanti. Il regista rende la location imponente, solenne e attraverso la valorizzazione di essa, crea una atmosfera cupa, fredda, la quale si addice perfettamente al tipo di film. E' tutto perfetto.
Ad un'ambientazione così viene associata poi, una fotografia da urlo. Una fotografia color cenere, ideale per rappresentare il conflitto in corso. Alla città distrutta viene così dato un tocco ancora più lugubre. Sembra davvero di essere sommersi da una coltre di polvere da sparo mischiata a sangue.
Fedor Bondarchuk si avvale di una regia ultra-tecnica, facendo vivere allo spettatore momenti di pura adrenalina. Le scene delle battaglie sono assolutamente spettacolari ed in più, nonostante siano "rumorose", non sono tuttavia fracassone come quelle dei film americani. Per la realizzazione di queste sequenza, si può notare come il director non perda d'occhio la più minima piccolezza, ogni centimetro di spazio presente, viene assemblato per dare massimo sfogo alla tecnica sopraffina del director.
Fantastiche pure le scene in slow-motion, molto suggestive. Per fortuna, a differenza di altri registi, Bondarchuk non abusa di questa pratica, la quale, alla lunga diventerebbe noiosa.
Ma una delle cose che più ho apprezzato, è stata la scelta del regista di non usare gli effetti speciali fini a se stessi, come invece accade in migliaia di produzioni americane. Qui, tutto è allestito per ricreare uno scenario, un contesto, molto importante per il popolo russo, nel bene e nel male.
A proposito degli effetti speciali... che dire, semplicemente strepitosi.
Il ritmo è buono nonostante la narrazione sia un po' macchinosa. Tuttavia non ci si annoia mai, grazie soprattutto alla continua tensione che persiste e le splendide ambientazioni, le quali rubano spesso l'occhio allo spettatore.
Il finale è prevedibile, in cambio però, regala un ultimo combattimento girato in maniera stupenda. Diciamo che l'elevata tecnica registica, maschera in parte, la superficialità dell'epilogo.
Grandioso il montaggio e non male il soundtrack, non innovativo, ma accompagna bene le sequenze.
Bondarchuck non fa niente per evitare di immettere nella sua opera, più patriottismo possibile. Il regista fa di tutto per mettere in cattiva luce i tedeschi, addirittura concepisce una relazione tra un ufficiale nazista e un'avvenente ragazza russa. D'altronde il director non ha tutti i torti, visto che tutti quanti noi sappiamo come, durante la seconda guerra mondiale, i russi siano stati "traditi" dai tedeschi. Però, alla fine, nonostante le buone intenzioni, Bondarchcuk scade troppo nel retorico, proponendo alla fine la solita etica e la solita moralità, viste e straviste in tantissime pellicole del genere. E proprio da qui difatti, che entriamo nel lato sbagliato del film.
Il livello narrativo è parecchio più basso di quello tecnico. Innanzitutto c'è scarsissima caratterizzazione dei personaggi, nessuno che riesca davvero a intrigare lo spettatore. Forse il maggiore Kahn è quello che viene esaltato un po' di più dal regista, però non lo si ricorda per niente di particolare.
A tutto ciò, si associa una sceneggiatura molto dozzinale, di una linearità quasi noiosa. Ci sono situazioni che si ripetono a non finire, idem per i dialoghi, forse la cosa peggiore. Personaggi tratteggiati con un'approssimazione evidente e a volte si da troppo spazio alle questioni sentimentali dei protagonisti, perdendo di vista il nucleo di tutta la vicenda. Forse l'unica nota positiva è un piccolissimo colpo di scena...


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Il cast fa il compitino suo, nessuno spicca per bravura, neanche Thomas Kretschmann, il quale in teoria, doveva essere la "star" del film. Insomma, senza infamia e senza lode.

Conclusione: nonostante i vari lati negativi, do 7,5 perché la pellicola è dotata di una tecnica mostruosa, è impossibile non rimanere ammaliati da tale spettacolo visivo. Se il lato narrativo fosse stato curato di più, allora staremmo parlando di un capolavoro vero e proprio, ma purtroppo non è così.
Io lo consiglio, una visione la vale tutta.