Alpagueur 6½ / 10 25/01/2021 17:44:51 » Rispondi Mentre guarda due bambini la notte di Halloween, una babysitter trova un vecchio nastro VHS nella borsa dolcetto o scherzetto dei bambini. Il nastro presenta tre storie di terrore, tutte collegate tra loro da un clown assassino. Con il passare della notte iniziano a succedere cose strane in casa. Non passa molto tempo prima che la babysitter scopra l'orribile verità...il clown maniacale si sta lentamente facendo strada nella sua realtà. Assicurati di restare sveglio perlomeno fino al terzo segmento...col senno di poi sarai contento di averlo fatto. "All Hallows' Eve" era nella mia lista dei 'must see' da alcuni anni, ma è stato solo quando ho visto "Terrifier" di recente che ho capito che sarei dovuto tornare indietro e guardarlo. Era abbastanza evidente che il personaggio di 'Art the Clown' era un qualcosa di molto speciale e così ho cercato di mettere assieme ogni parte di lui che sono riuscito a trovare. Definirei "All Hallows" Eve" un antipasto per l'evento principale che doveva ancora venire. Il film è suddiviso in tre segmenti, con un segmento centrale che li lega tutti insieme. Non mi sono reso conto fino a dopo aver visto il film che i segmenti erano in realtà i cortometraggi che lo scrittore/regista Damien Leone aveva realizzato alcuni anni prima ("The 9th Circle", 2008, e "Terrifier", 2011). Il primo segmento va bene senza essere niente di veramente speciale. 'Art the Clown' non è davvero un elemento caratteristico preponderante in questo e mentre alcuni degli altri personaggi erano certamente ben progettati, sicuramente non hanno ottenuto lo stesso livello di malizia. Il secondo segmento è facilmente l'elemento più debole del film. Trascina davvero tutto verso il basso per una buona mezz'ora lì ed è stato piuttosto deludente. 'Art the Clown' fa la sua comparsa in questo segmento, ma non vale la pena menzionarlo. Il terzo segmento, però, è quello in cui il film diventa veramente unico. Questo era il cortometraggio originale di "Terrifier" del 2011 ed è a dir poco geniale. L'orrore autentico è così difficile da trovare di questi tempi, ma è certamente così. Il segmento che lega tutto insieme è moderatamente ben fatto. Serve allo scopo e fornisce un modo per far impennare il film verso l'alto. Come ho detto, le cose non erano ancora del tutto lucide. A volte ci sono delle recitazioni piuttosto terribili (specialmente le telefonate) e il secondo segmento lo trascina davvero giù. Se il film non ti garba molto, ma ti piacerebbe vedere il terzo segmento di cui ho parlato, potresti semplicemente provare a rintracciare il cortometraggio "Terrifier" del 2011. E se non l'hai già fatto, guarda la versione lungometraggio di "Terrifier" del 2016 (forse il film non ti piacerà, non ti biasimo, a me non è piaciuto, ma guardalo lo stesso, perchè questo brutto pagliaccio rompiscatole è diventato un'icona dell'horror, sulla scia dei vari Ghostface, it, Jason, Michael, Freddy, Eskimo, Ben Willis, Leatherface etc. la sua 'mise' è stata sfruttata persino in alcuni videogame molto conosciuti). Per quanto riguarda la colonna sonora non c'è una vera e propria ost, abbiamo una melodia (ritornello) principale abbastanza interessante, intitolata 'Halloween Jingle' composta da Jon ed Alex Kaplan, e performata dal gruppo inglese dei Noir Deco. Ovviamente i riferimenti ad altri cult del passato non mancano (li elenco sotto, quelli più evidenti perlomeno) e il film ha i suoi bravi errori (considerato il budget basso), ma nel complesso è un horror exploitation curiosamente simpatico e molto spaventoso con un cattivo memorabile e valori di produzione sorprendentemente buoni. p.s. Forse non tutti sanno che la festa di Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime rintracciabili in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti. Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico. Dall'Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia dell'800, si diressero numerosi nella nuova terra. Il nome Halloween (in irlandese Hallow E'en), deriva dalla forma contratta di All Hallows' Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows' Day. L'importanza che, tuttavia, viene data alla vigilia si deduce dal valore della cosmologia celtica: questa concezione del tempo, seppur soltanto formalmente e linguisticamente parlando, è molto presente nei paesi anglofoni, in cui diverse feste sono accompagnate dalla parole "Eve", tra cui la stessa notte di Capodanno, "New Year's Eve", o la notte di Natale "Christmas Eve".
L'incipit del terzo episodio, in cui la giovane costumista arriva di notte col macchinone a corto di benzina alla gas station in mezzo al nulla (per poi venire aggredita dal killer, nascostosi sul sedile posteriore), è un deja-vu di "Urban Legend" del 1998 di Jamie Blanks. La sequenza della babysitter Sarah che guarda il film in b/n assieme ai piccoli Tia e Timmy la notte di Halloween è un rifacimento del celebre "Halloween - La notte delle streghe" del 1978 di John Carpenter (cambia la pellicola nel videoregistratore vhs, qui abbiamo "La notte dei morti viventi" del 1968 di George A. Romero, così come in "Halloween II - Il signore della morte" del 1981 di Rick Rosenthal, nel film di Carpenter abbiamo invece "La cosa da un altro mondo" del 1951 di Christian Nyby). La sequenza della metropolitana del primo episodio e quella finale del terzo episodio in 'sala operatoria' mi ricordano molto "Adrenaline", film francese del 1990, diretto da Anita Hassal, John Hudson, Barthelemy Bompard, Philippe Dorison, Jean-Marie Maddeddu, Yann Piquer ed Alain Robak. Il meteorite che precipita nel giardino di casa (secondo episodio) è una 'variazione sul tema' dell'episodio centrale di "Creepshow" del 1982 sempre di Romero ('La morte solitaria di Jordy Verrill'). Il clown che alla fine del film cerca di uscire dallo schermo della televisione per aggredire Sarah ricorda molto "Demoni 2" del 1986 di Lamberto Bava e il più recente "The ring" del 2002 di Gore Verbinski. La scena finale con la chiamata al telefono e lo spargimento di sangue al piano di sopra è una rivisitazione della omologa sequenza di "Quando chiama uno sconosciuto" del 1979 di Fred Walton. Queste sono le analogie più manifeste, altre possono essermi sfuggite. C'è una musica che ho letto che è piaciuta a molti fan, che accompagna l'inizio del terzo e ultimo episodio, con la telecamera ferma in curva in attesa dell'arrivo dell'autovettura della costumista con gli abbaglianti accesi, dura una ventina di secondi circa...ma non sono riuscito a rintracciarla da nessuna parte. Ho sentito di meglio, comunque non è malaccio. Probabilmente è stata composta anche lei dai Kaplan. L'attrice che impersona la babysitter, Sarah (Katie Maguire), la ritroveremo anche nello spin-off del 2016 ("Terrifier", sempre diretto e co-prodotto da Damien Leone), stavolta nei panni di Monica Brown, conduttrice di un talk show televisivo.