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LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE regia di Pif

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  29/05/2014 13:45:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pif (al secolo Piefrancesco Diliberto) non fallisce l'appuntamento con il grande schermo. La storia del piccolo Arturo, fin da piccino stregato dall'altezzosa Flora, si dispiega in parallelo con i vergognosi delitti orditi da Cosa Nostra a partire dagli anni '70.
L'approccio con voce narrante è simile all'incisivo giornalismo d'inchiesta di cui l'ex Iena è primo (e unico) attore nel fortunato "Il testimone", con la finzione in questo caso ad affiancare il doloroso argomento con originalità e ad alleggerire i sanguinosi fatti che hanno segnato profondamente la Sicilia e non solo.
E' una sorta di percorso di formazione affrontato dal protagonista insieme al territorio in cui abita, una presa di coscienza tanto violenta quanto necessaria, filtrata attraverso uno sguardo fanciullesco immune al livore e all' esigenza di urlare il proprio sdegno. L'accettazione della verità è uno dei momenti più significativi, il risveglio è di quelli shockanti, il protagonista, e quella parte di Sicilia ancora convinta (o indotta a farlo) che la mafia sia solo una panzana e le "ammazzatine" siano solo storie d'amore e corna, ora conoscono la verità, e possono decidere da che parte schierarsi.
Satirico senza essere oltraggioso, più volte commovente nel ricordo di alcuni tra gli oppositori più iconici della criminalità organizzata, Pif dimostra come ingenuità ed ignoranza siano i nemici più accaniti della libertà. E' lo stesso sistema a spingere affinchè questa forma mentis alimentata da decenni di subdoli inganni permetta un'infiltrazione intoccabile; Arturo stesso viene affascinato dal male, da quel Giulio Andreotti indicato con eleganza sorniona come il collegamento principe tra stato e mafia, un vero incubo infantile in scala ridotta, poi estendibile alla gente comune, indottrinata ad agire e pensare da un potere corrotto e all'occorrenza spietato.
Targhe a ricordo di uomini divenuti eroi per aver immolato in nome della giustizia la loro vita chiudono il film. Anche in questo caso si apprezza la militanza non armata di Pif, esemplare nell'informare, quindi nell'esortare a difendere i propri figli ma soprattutto a prepararli ad evitare quel male che purtroppo ci attornia.