caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE regia di Pif

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     9 / 10  11/06/2014 00:03:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi ha semplicemente entusiasmato. Una delle sceneggiature più originali, intelligenti e spassose che abbia mai visto, diretto in maniera impeccabile con un lavoro tecnico soprattutto sulla fotografia da non essere secondo a prodotti da ben altro budget: come parlare di cose serissime e tragiche (la stagione delle stragi mafiose) facendo cinema "impegnato" usando però il registro comico senza contemporaneamente mai offendere nessuno, anzi, con una delicatezza e una sensibilità rare.
Pif firma un exploit davvero "col botto" scrivendo (e mettendo in scena efficacissimamente) una storia "à la" Train de vie che non annoia mai, diverte senza riserve (la prima parte è semplicemente irresistibile, la seconda perde un po' il ritmo veramente forsennato della precedente) ma nel contempo fa riflettere ad ogni sequenza.
Innumerevoli le "genialate" di cui è costellato: dal funambolesco incipit che mixa rappresentazione "naturale" della realtà a cartone animato, alla autentica venerazione del piccolo protagonista per Giulio Andreotti, dai siparietti dei bambini alla festa di Carnevale all'immaginaria intervista col Generale Dalla Chiesa fino alla finta partecipazione dei protagonisti adulti nelle immagini di repertorio, terminando con la bellissima idea finale del pellegrinaggio dei protagonisti ormai genitori insieme al loro figlio sui luoghi che commemorano i caduti della "guerra di mafia", prima della "pax" derivante dalle trattative Stato-mafia.
Nulla è sbagliato in questo film: dalla accuratissima ricostruzione scenografica alla direzione degli attori, dalla fotografia al montaggio, dalla colonna sonora che riesce nel miracolo di saper contrappuntare la drammaticità degli avvenimenti senza ridicolizzarli mai per seguire l'incedere comico del plot, alle elaborazioni digitali davvero stupefacenti che fanno sembrare reale la partecipazione dei personaggi nelle immagini di repertorio.
Se proprio dobbiamo trovargli un difetto, esso sta nella discontinuità di vis comica tra la prima e la seconda parte. Difetto peraltro ben "mascherato" dallo straordinario clima di leggerezza che avvolge l'intera pellicola.
Un esempio che sarà difficile emulare senza cadere in un inevitabile déjà vu, una vera sfida per Pif che adesso attendiamo alla sua prossima prova: vedremo se sarà in grado di reggere (o addirittura di superare) il livello altissimo di questo film; lo speriamo proprio. Sinceramente.