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AMERICAN HUSTLE - L'APPARENZA INGANNA regia di David O. Russell

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  03/06/2014 11:31:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si respira una buona tensione nel nuovo film di David O. Russell, abile nel portare in scena fatti realmente accaduti a cavallo tra gli anni '70/'80 che condussero all'incriminazione diversi membri del congresso.
Non interessa però al regista una ricostruzione ineccepibile, e questo lo si comprende fin dalla definizione dei protagonisti spesso grotteschi nelle loro maschere scisse tra la simpatica canaglia e il detestabile doppiogiochista.
Il cast in grande spolvero fa pendere l'ago della bilancia dalla parte giusta; le trasformazioni fisiche stile fisarmonica di Christian Bale non fanno (quasi) più notizia ma è una goduria vederlo con pancia debordante e riporto patetico, poi ci sono il ciuffo rockabilly di Jeremy Renner infilato in abiti sgargianti più adatti ad un pappone che a un politico rappresentante dei ceti meno abbienti, quindi, a completare il pittoresco terzetto, c'è Bradley Cooper con ridicola permanente. Anche se poi a rubare la scena in misura maggiore è Irving (Christian Bale) , figura dolente e truffaldina, amara come pochi ma determinata, birbone capace dei peggio raggiri e al tempo stesso dotato di un'integrità tutta sua. Gli attori si divertono parecchio, al loro fianco due fulgide bellezze come Amy Adams, mai così sensuale, e una Jennifer Lawrence versione oca giuliva (ma non troppo), dominatrice del set nonostante il limitato numero di scene in cui è impegnata.
La storia non è sempre fluida, a tratti la narrazione in flashback arranca o lascia eccessivo spazio ai dialoghi, tutto però passa in secondo piano al cospetto di una natura umana così ingegnosa eppure fallace. Un microcosmo fatto di potenziali vincenti in bilico sul baratro del fallimento: complessivamente sfaccettati e realistici, molto credibili anche nella tendenza all'eccesso comunque mai fuori luogo.
La cura degli ambienti e la colonna sonora aggiungono punti, ed il gioco al massacro in cui ci si ritrova proiettati a tifare prima per l'uno poi per l'altro funziona bene al di là dei momenti prolissi.
Ottimo il cameo di Robert De Niro che nei panni del mafioso incute sempre un certo timore reverenziale. E lui l'emblema minaccioso di esistenze in cui il pericolo viene trattato con leggerezza, anche se alla fine a furia di scherzare col fuoco qualcuno si brucerà per bene.