caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THE BUTLER - UN MAGGIORDOMO ALLA CASA BIANCA regia di Lee Daniels

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
look     5 / 10  07/02/2014 01:22:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il film che ha incantato l'America" Quante volte ho sentito queste parole?

Una pretenziosa quanto bonaria lezione di storia civile americana raccontata attraverso le gesta di Eugene Allen (qui Cecil Gaines, chissà perché), maggiordomo afroamericano presso la casa bianca per quasi 30 anni e blabla la storia potete leggervela volgendo lo sguardo un paio di centimetri sopra questo commento.
Questo film è abbastanza. Abbastanza interessante, abbastanza commuovente, abbastanza noioso. È un film mediocre, appellativo che gli calza a pennello. Un film che sta nella metà. Dalla parte di tutti. Un film paracùlo.
Un film che puoi pur guardare con piacere, ma che dimenticherai 5 minuti dopo averlo visto.
L'idea appare buona, fonte di spunti validi per poter aprire il dibattito. E in effetti è affascinante notare con quanto coinvolgimento Allen assiste alle discussioni nello studio ovale, inevitabilmente incentrate sui problemi dei diritti civili dei neri, senza ovviamente poter intervenire, senza poter esternare le sue paure, preoccupazioni, critiche. Ma d'altro canto è il suo lavoro. Essere invisibili. Un entità servile e muta. "Come se la stanza fosse vuota.".
Di idee buone, di storie vere su cui basare i nostri film ce ne sono e ce ne saranno a bizzeffe. È sono storie edificanti, storie che devono lasciare un messaggio. Ma serve trasmetterlo questo messaggio. E non sempre sono necessarie parole, sorrisi, schemi alla lavagna. Serve grinta, serve rabbia, serve il coraggio di saper rischiare. Cose che questo film può solo vedere da lontano. È come vedere Spike Lee, senza Spike Lee. Prendo in causa lui perché lui è l'epicentro di tutti i film improntati su questi concetti. È un film scialbo, debole ed estremamente buonista. Dove ogni presidente, anche il più corrotto, viene rappresentato come un anima pia dall'immensa umanità. Ma per favore. Per non parlare delle varie cosiddette "partecipazioni straordinarie": Mariah Carrey che anche se per 2 minuti mostra la sua più totale inettitudine alla recitazione. Ophra Winphrey, che vabbè, di soldi e fama non ne aveva abbastanza. Lenny Kravitz, in un ruolo completamente ininfluente come ininfluente la sua presenza. Partecipazioni a quello che più di un film pare una campagna elettorale, un alleluja alla fottùta america, patria dell'amore e della speranza.
Non lascia nulla, se non qualche sorriso e lacrimuccia allo spettatore medio.

Altra nota negativa: il trucco. Mamma mia mai visto nulla di così imbarazzante. Al ragazzetto hanno messo dei baffi e degli occhiali per farlo apparire 30 anni più vecchio. A Ophra hanno messo una ridicola parrucca bianca. E Lenny Kravitz? Due poltiglie di silicone sotto le guance che lo fanno sembra più che un sessantenne, un elephant man. Mah...