elio91 8 / 10 17/01/2014 11:42:23 » Rispondi Gran bel film, inferiore a "La grande bellezza" e molto più conforme al cinema italiano, ma anche una sferzata non indifferente verso l'Italia e gli "itagliani". La divisione in capitoli favorisce la costruzione di un mosaico complesso, allo stesso tempo però è fin troppo prevedibile dove andranno a parare le varie trame o sottotrame. In compenso, Virzì è un signor regista, alcune scene sono da antologia (la Bruni Tedeschi, molto brava e sempre con le zinne sovraesposte, che si identifica con la Mancinelli di "Nostra signora dei turchi" sul divano con Lo Cascio, con la nenia del "Ti perdono" ripetuta in continuazione). La struttura è cosi rigida che Virzì si serve del thriller sullo sfondo, trattandolo quasi come un accessorio cui ritorna di tanto in tanto e non come vicenda principale e punto di svolta della storia. Il capitale umano è proprio il ciclista investito: resta sullo sfondo, anche nel momento più terribile, mentre l'umanità viscida (Bentivoglio), complice (la Bruni Tedeschi), e allo sbando (la giovane Serena) si preoccupa più di difendere sé stessa o chi ama. Forse però la performance migliore in un casto sfruttato al massimo delle sue potenzialità la dà Fabrizio Gifuni, forse perché Bentivoglio, pur essendo bravissimo come suo solito, interpreta un personaggio fin troppo macchiettista ed esagerato che stona con il resto dell'umanità mostrata da Virzì. Polemiche prevedibili visto il modo in cui viene trattata per una scena breve la Lega, che poi è il nocciolo di ciò che sono questi barbari in giacca e cravatta (verde). Ma anche la Brianza sembra un paese gelido, inospitale, in tal senso le polemiche sono comprensibili, ma è pur vero che Virzì è tutt'altro che razzista, al contrario: la sua è una critica che fa male nel profondo soprattutto a loro, perché indirettamente li chiama in causa e sono i protagonisti volenti o nolenti del disfacimento culturale e morale della pellicola. Chi ha un pò più di intelligenza capirà che la Brianza è nient'altro che un'estensione dell'Italia intera e degli italiani. Ma Virzì, come Sorrentino, confida troppo nelle capacità dello spettatore medio che probabilmente ora sta pensando come fregare il prossimo, oppure si piazza sul suo palco del web a declamare la morte del teatro-cinema-letteratura, o peggio ancora è a cena dai Bernaschi. Buon appetito, mangiamo ancora la mèrda di pasoliniana memoria.
Terry Malloy 05/02/2014 20:56:13 » Rispondi Le cantonate scorsesiane. Ahhh il prestigio americano..........
elio91 05/02/2014 22:18:57 » Rispondi Ti spacco il cranio.
Dom.Marchettini 19/01/2014 03:09:15 » Rispondi Se questa è la cioccolata, allora Mérde!!! pour toute la vie.
Dom.Marchettini 20/01/2014 23:43:29 » Rispondi Guarda, magari ti sarò anche sembrato provocatorio, e la risposta ci sta. Ma scusami se lo sottolineo ancora, qui quello contento per 'sta mezza muccinata sei tu. O sbaglio?
elio91 21/01/2014 00:19:48 » Rispondi Le spiegazioni sul perché mi sia piaciuto e i punti deboli che vi ho ravvisato li trovi nel commento e mi sembra chiarissimo. Per il resto il tuo dissenso al commento e al film è sacrosanto, cosi come la mia indifferenza che non è totale, altrimenti non ti avrei nemmeno risposto. De gustibus (mettiamola cosi). Difendere Virzì e il film non è una mia priorità al momento, ha i suoi lati deboli ma mi è sembrato un buon film per regia e interpretazioni, specie il capitolo su Carla. Qualche banalità di troppo ci sta, è lo stile di Virzì che infatti non ho mai amato particolarmente e continuo a non amare neanche ora.