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IL CAPITALE UMANO regia di Paolo Virzì

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alexava     7 / 10  13/10/2014 01:38:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non prendiamoci in giro. La decadenza degli sfavillanti ambienti del capitalismo italiano è un tema che è stato già raccontato. Più volte anche. Molte volte. La maggior parte delle volte, ad essere sinceri. Un po' come se esistessero poche formule per tirare fuori un buon film e questa fosse una di quelle.

Perché Il Capitale Umano è un buon film. Ed è giusto che il discorso che ho appena fatto non cambi di una virgola il giudizio del film.

Solo che è già arrivato Sorrentino, a raccontare altre vicende umane, esattamente di quel tipo, con uno stile che abbracciava tanto le nuove sperimentazioni, tanto quanto la tradizione.

Il capitale Umano era già vecchio quando è uscito nelle sale. E, questo sì, il giudizio del film, anche se di poco, lo cambia.

Regia e la fotografia sono buone ma nulla di eccezionale. Il punto di forza è la sceneggiatura, tratta dall'omonimo romanzo di Stephen Amidon. Ho adorato alla follia il personaggio di Serena.

Interpretazioni supersoniche. Su tutte quella di Valeria Bruni Tedeschi. Bentivoglio è sempre eccezionale anche se forse, stavolta, ha tirato un filino troppo la corda. Però sto parlando di sfumature, quindi questo punto sentitevi liberi di sorvolarlo.
Niko.g  13/10/2014 10:07:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando parli di poche formule per tirare fuori un buon film hai pienamente ragione e il motivo è che il cinema italiano è in grandissima parte in mano alla sinistra e fortemente orientato politicamente. Finché sarà così non avremo modo di uscire dalle formule e respirare aria nuova.
alexava  13/10/2014 12:35:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eh, immagino che capolavori uscirebbero sei il centrodestra facesse qualche filmetto ogni tanto.
Il discorso è un tantinello più complicato. Manca un' industria dell'intrattenimento che sfrutti le tonnellate di proprietà intellettuali che abbiamo. E' ovvio che il capitale umano si rivolga ad un pubblico progressista. E va pure bene. Il problema è quello che offriamo al pubblico mainstream: Le fiction Rai e i cinepanettoni.
Niko.g  13/10/2014 15:04:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, se non altro ci sarebbe un'alternativa e magari qualche filmetto su realtà diverse da quelle che conosce Paolo Virzì. Hai visto mai che si facciano film dove la famiglia non è luogo di dolore e disperazione.
Chiaro il tuo discorso, ma non penso che "progressita" e "mainstream" siano aggettivi da affibiare al pubblico. Credo nella neutralità del pubblico e nella possibilità di "educarlo" in quanto fruitore passivo, ma stando alla realtà cinematografica nostrana, oggi è possibile depurarsi dai cinepanettoni solo fustigandosi con Virzì, Bellocchio, Sorrentino, Ozpetek, Guzzanti e compagni(a) cantando.
alexava  13/10/2014 16:01:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma che scherzi? Si chiamano target. Il Cinema mica deve educare, è un mezzo di comunicazione.
Poi su, non prendiamoci in giro: è ovvio che il pubblico dei Vanzina non è lo stesso di Sorrentino. Il problema è che noi dagli anni ottanta abbiamo smesso di produrre Cinema di genere. Non è la via.
Niko.g  13/10/2014 16:54:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per educare intendo dire far sì che il pubblico sappia elevare il proprio gusto, riconoscere ed apprezzare un bel film, cioè un film ben fatto, intelligente, scevro da posizioni ideologiche, indipendentemente dal genere. Ma se si riversa in continuazione monnezza sul pubblico, si abitua il pubblico a degustare monnezza. Mi spiego? E se il cinema è comunicazione, a maggior ragione vale questo discorso.
alexava  13/10/2014 19:30:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh sì. Quindi questo mi riporta a quello che dicevo prima: Occorre tornare a produrre il cinema di genere per il grande pubblico.

Però in tal senso, qualcosa si sta muovendo. La produzione e poi il successo di Gomorra ne è un esempio. Per il lavoro che faccio, so che ci siamo finalmente decisi a sfruttare le proprietà intellettuali dei fumetti italiani. E questo è un grosso passo, gli americani lo fanno da decenni (e i loro fumetti vendono meno copie dei nostri).

Poi non sono d'accordo con quello che dici sulla posizione ideologica. A meno che non è proprio smaccata, non è quella a pregiudicare l'esito del film. E non è il caso de Il Capitale Umano.

Comunque mi sembra una discussione interessante, dovremmo trasferirla sul forum.
Niko.g  13/10/2014 19:44:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, il giorno che decideranno di mettere in pellicola i capolavori di Gian Luigi Bonelli e Tiziano Sclavi, sarà un giorno indimenticabile e se ciò dovesse accadere farei immensi salti di gioia.
Forum? Ma si può discutere anche qui, dai :)
Niko.g  13/10/2014 21:20:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi riferisco in particolare a Tex e Dylan Dog, di cui ero appassionato lettore.
alexava  14/10/2014 10:48:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì sì, avevo capito. Comunque in Turchia un film su Tex l'hanno fatto.
Però sì. E' recente la notizia che la Bonelli diventerà coproduttore nello sfruttamento delle sue proprietà intellettuali in cinema, serie tv, etc.
Quello che sarà difficile per loro sarà rientrare in possesso nei diritti di sfruttamento di Dylan Dog, visto che li ha la Fox e riacquistarli costa veramente troppo.
Niko.g  14/10/2014 14:39:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sapevo di questa cosa della Turchia. Qui da noi una trasposizione mediocre è stata fatta nel 1985 con Giuliano Gemma.
Comunque, stando a ciò che mi dici, qualche spiraglio si sta aprendo e questa è una bella notizia. Speriamo sia la volta buona almeno per Tex e per la rinascita di un genere cinematografico.