ferro84 8 / 10 28/01/2014 11:01:20 » Rispondi Uno Scorsese incatalogabile presenta la sua opera più discutibile e monumentale, un trionfo barocco che fa di questo film un "Paura e delirio a Wall Street". Un viaggio nella finanza truffaldina (che poi magari qualcuno ci spiegherà quale non lo è...) costruita in un mondo surreale dove tutto è possibile e dove ognuno vive al massimo. Il paesaggio umano trattaggiato da Scorsese è grottesco e guardato con occhio benevolo, messo in scena senza la minima volontà di giudizio, anzi è presentato quasi con simpatia. Se l'assenza di moralismo può essere visto come punto di forza nello stesso tempo colora il film di un'ambiguità che è difficile giustificare. Se da un lato il fatto che un grande autore si senta esonerato dal dover lanciare messaggi di "impegno sociale e denuncia"può spiazzare chi è abituato, come noi, ad avere lezioncine morali didascaliche, dall'altro la simpatia che genera Belfort mette a nudo i punti in comune che tutti quanti noi abbiamo con il protagonista. Chi accusa il film di essere un'apologia dell'arrivismo senza scrupoli, dimentica che questo Jordan Belfort è sicuramente meno peggio dei tanti mafiosi raccontati dallo stesso Scorsese o di arrivisti del potere. In fondo Belfort era un leader carismatico che desiderava "solo" soldi, droga, sesso e donne e che cercava di condivedere fin dove poteva.
Gli italiani un soggetto così lo farebbero presidente del consiglio per acclamazione, in America tutto sommato, è sempre visto come qualcuno che ha vissuto il suo momento di gloria. Scorsese parlandoci di un caso limite in realtà ci presenta Wall Street e paradossalmente il lato "buono" della stessa finanza, quello più "geniuno" vissuto sul desiderio del danaro mentre, mai come oggi attuale, la finanza è diventato il nuovo esercito dei popoli. A quanti dicono che Leonardo di Caprio offre un'ottima interpretazione va sottolineato l'ottimo cammeo di Matthew McConaughey, dimostrando che non è necessario stare 3 ore in scena per essere ricordati. Il limite di Di Caprio e il non essere riuscito a dare vere sfaccettature al suo protagonista, cosa che invece riesce a McConaughey che in poche battute ha dimostrato la follia, il viscidume e la sofferenza di persone fagocitate da quel mondo. "The wolf of wall street" è comunque un film riuscitissimo capace di inchiodarti in sala per 3 ore, capita rarissimamente e lo stesso Scorsese spesso ha sbagliato sulle durate. Un'opera monumentale che per la sua ambiguità è probabile che non riuscirà a farsi apprezzare all'Accademy come potrebbe ma comunque uno dei film più interessanti della stagione.
jack_torrence 30/01/2014 11:37:34 » Rispondi "Gli italiani un soggetto così lo farebbero presidente del consiglio per acclamazione". Geniale. Ho pensato a questa tua frase lungo tutta la visione del film.