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THE WOLF OF WALL STREET regia di Martin Scorsese

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RDN92     7½ / 10  27/03/2014 13:38:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I cavalli di battaglia di Martin Scorsese sono quei film che raccontano la storia vera di personaggi bui e controversi, rappresentati nel momento dell'ascesa e, in fine, della caduta (vedesi grandi classici come "Toro Scatenato", "Goodfellas", "Casinò"). Non di meno quest'ultima fatica, che utilizza il canovaccio tipico del regista per mostrarci anche il mondo corrotto della finanza, lo yuppismo sfrenato degli anni 80, partito in America e arrivato anche qui in Italia, dove una delle icone più venerate era Gianni Agnelli. Giovani ambiziosi dediti al guadagno facile, smoderati giocatori in borsa con il sogno dell'American Dream nel cassetto: soldi, macchine e donne. Uno sogno che si avvera, ma attraverso il futile gesto della disonestà. Questa è la storia di Jordan Belfort, un uomo che non si è fatto scrupoli nello sfruttare il prossimo per arrivare al potere, per diventare ricco ed ottenere tutto ciò che bramava. Un lupo, che silenziosamente sbrana la sua preda. Questa è anche la storia di Wall Street, la capitale del capitalismo americano, La Mecca economica, la fabbrica di sogni dello yuppismo americano di quel periodo. Grande risalto viene dato alla droga all'interno di questo film, non tanto uno strumento d'evasione (avevano tutto, in fin dei conti da cosa dovevano evadere?), quanto la carica necessaria a reggere i ritmi di un mondo che prosegue a mille all'ora. Tutto scorre velocemente a Wall Street, e devi rispettare i tempi se non vuoi finire inghiottito. Su questo, la solida interpretazione di McConaughey ce ne da una spiegazione esauriente. Da non sottovalutare però, il ruolo che la droga investe nel mostrarci una realtà sparata ed esagerata ai limiti dell'impossibile. Il film si lascia facilmente guardare (malgrado le tre ore che potrebbero apparire pesanti) proprio perché il ritmo è sempre alto, veloce, sparato a mille per mostrarci come le vite di questi protagonisti fossero dissipate, esagerate, quasi paranormali per quanto riuscissero a comprare col denaro. Di Caprio è quello che più di tutti ce ne da un'ampia dimostrazione, e ahilui, questo era il ruolo buono per portarsi a casa l'ambita statuetta.