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THE WOLF OF WALL STREET regia di Martin Scorsese

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JOKER1926     7 / 10  25/08/2014 22:41:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ne ha fatti veramente parecchi Martin Scorsese, da quelli d'autore a quelli un po' più commerciali. La fatica del 2013, comunque, rimarrà una delle più memorabili di questo regista, le ragioni sono multiple.

"The Wolf of Wall Street" prima di tutto è storia vera, cioè il soggetto interpretato è esistito facendo pressappoco ciò che nella pellicola mostra Scorsese.
Non discutiamo di una festa più o una meno, ne tantomeno prendiamo in considerazione i colori degli abiti; in effetti andiamo oltre. Jordan Belfort è esistito davvero.
Sale quindi subito l'attrazione intorno al personaggio di Belfort, nell'occasione le redini della interpretazione sono affidate ad un attore che nel corso di questo decennio sta scrivendo pagine di nuova storia del Cinema, encomio per Leonardo di Caprio. Curioso pensare che di Caprio, il primo di Caprio, era famoso per le sue parti in ruoli accattivanti ma non di spicco, dall'essere un mezzo clandestino nella nave all'esser un figlio illegittimo di un vecchio cowboy. I tempi passano, Leonardo di Caprio in ogni caso, in ogni senso, ha fatto la sua gavetta.

"The Wolf of Wall Street" sin dalle primissime battute si presenta, una volta e per tutte, come film scorretto ed esagerato in ogni senso possibile ed immaginabile. La trasgressione e lo sfarzo sono le componenti principali di questo assurdo banchetto; ma come detto sia la trasgressione che lo sfarzo da sole non completano un quadro che diventa sempre più totale e frenetico. I personaggi non sono altro che schegge impazzite, oltre il capo della banda seguono a catena un numero non individuato di folli broker schiavi di roboanti sogni di gloria, nel nome di un'economia che poggia le basi sull'imbroglio.
In queste righe è stato palesato un po' tutto, cioè "The Wolf of Wall Street" ,eccetto una fase iniziale in cui si registra l'ascesa dei protagonisti principali, non è altro che una indescrivibile ripetizione di fatti tracotanti e a loro modo adrenalinici. La figura deviata ma affascinante di Jordan Belfort rammenta, seppur in modo frammentario, icone come quella di Frank Slade o di Massimo Decimo Meridio. Questi parallelismi sono comunque più simbolici che sostanziali. A buon intenditore poche parole.

Lodato e accertato tutto il clamore che genera Scorsese con la camera e con i suoi carismatici attori, "The Wolf of Wall Street" arriva anche esso alla sua resa dei conti. Insomma il film visto, con gli occhi del critico, nella prima ora e mezzo è qualcosa di eccezionale che potrebbe sfilare dinanzi ai maggiori esempi cinematografici degli ultimi decenni andando a lottare con film di Tarantino e altri registi all'apice della loro forza, nell'apice delle loro precedenti produzioni; ma la forzatura si sviluppa col tempo. Ciò che fa rallentare il tutto è la maledettissima durata del film. Generalmente lo spettatore quando si imbatte con un film eccezionale ci entra totalmente, ma siamo sicuri che Scorsese con questo film abbia qualsiasi licenza sullo spettatore? Forse no.
In poche parole col progetto di Scorsese manca un po' di umiltà; le tematiche e lo stile divertono infinitamente ma secondo noi (e non solo) appare eccessivo, smodatamente eccessivo, almeno un terzo del film. Cioè un'ora di proiezione è di troppo; gli episodi (seppur ammalianti) tendono a ripetersi paurosamente ed accartocciarsi nel loro stesso sogno di emancipata e divina trasgressione.
Resta comunque, dopo un interminabile viaggio di tre ore, la certezza di aver assistito ad un film raro ove la pregevolezza della regia si coniuga con un anti romanzo commerciale.

Altre cose squisite riguardano il cast. Tutti girano a dovere, aiutati da una sceneggiatura in discesa. Da celebrare l'esplosiva Margot Robbie che nella circostanza rappresenta visivamente grande parte della teoretica degli estetici. Leonardo di Caprio è la ciliegina sulla torta; la storia lo farà grande. Nella contemporaneità nessuno primeggia.