Terry Malloy 8 / 10 22/02/2015 02:26:29 » Rispondi McQueen si avventura sul terreno della storia classica, il loro nazismo letterario, dimostrando di saper fare cinema d'autore anche in questo campo non originale. Un grandissimo dell'oggi. Memorabile tutto, ma soprattutto lo svolgimento. Meritatissima la statuetta alla sceneggiatura. Il film avanza lento e senza meta, senza significato, impersonificando nella sua consequenzialità la struttura mentale di chi è sottoposto al lento procedere di un ingiustizia che s'identifica con la vita. Il protagonista è costretto a giocare un gioco pericolosissimo e non suo, la sua vita diventa l'incubo di tutti quelli che non hanno la sua caparbia forza morale. I personaggi malvagi invece, incrudeliti dal loro egoistico piacere, lo affrontano sul piano dialettico, e lui è l'unico vero santo che merita lo sguardo compassionevole di un Dio continuamente evocato e distante. In questo senso la scena finale non è un happy ending, ma un ritorno alla vita, concesso dopo 12 anni di insensate piaghe d'Egitto. "Mi scuso per il mio aspetto, ma ho vissuto situazioni difficili".