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L'IMBALSAMATORE regia di Matteo Garrone

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  20/03/2008 15:50:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film cupo ed inquietante,ritratto di esistenze laide,in cui anche la cornice dove queste si muovono appare estremamente tetra.Un luogo in cui il sole è sparito,dove le spiagge assomigliano più a discariche sovrastate da palazzoni figli dell’abusivismo edilizio,dove le campagne sono perennemente grigie ed ammantate da una nebbia implacabile.
Garrone utilizza un contesto opprimente per ritrarre la personalità dei suoi protagonisti.Ovvero sia un imbalsamatore affetto da nanismo e colluso con la camorra,un aitante e timido bel giovane e una ragazza dall’esistenza non certo irreprensibile.L’intreccio delle misere vite di questi personaggi si tingerà di un nero pece,tramutando un’amicizia ambigua in un dramma senza via d’uscita,dettato dall’egoismo e dalla brama di possedere anche quando non se ne hanno i titoli.
Il film, pur non essendo esente da pecche, risulta affascinante tanto quanto i suoi personaggi border-line,un po’ di manierismo in meno avrebbe maggiormente giovato alla pellicola che presenta anche qualche fase di stanca.
“L’imbalsamatore” rimane comunque un buon film,dotato di un ottima fotografia e sublimato dalla sgradevole presenza del bravissimo Ernesto Mahieux,affiancato da Valerio Foglia Manzillo e da Elisabetta Rocchetti,non proprio due attori dotatissimi eppure efficaci grazie alle loro peculiarità fisiche.
Il film è ispirato ad un fatto di cronaca nera avvenuto a Roma all’inizio degli anni ’90.