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BREAKING BAD - REAZIONI COLLATERALI - STAGIONE 5 regia di Michelle MacLaren, Adam Bernstein, Vince Gilligan, Colin Bucksey, Bryan Cranston, altri

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david briar     10 / 10  02/05/2014 00:01:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il gran finale di una serie ormai entrata nella storia della televisione e capace di influenzare anche il cinema di genere e non solo,con cui può tranquillamente competere.

La quinta stagione è la più bella in assoluta non solo perché gli sceneggiatori abbondano in soluzioni originali e sempre stimolanti(soprattutto nelle prime puntate per forza di cose più statiche,ci deliziano con elementi nuovi e interessanti),ma anche perché tutti i nodi portati avanti nel corso delle stagioni precedenti vengono al pettine,in uno sconvolgente crescendo di doloroso coinvolgimento per ciò che succede.
Anche la regia raggiunge livelli altissimi,concedendosi anche qualche virtuosismo che è un piacere vedere in una serie-tv,con un montaggio stupendo che è gia cult, paragonabile a quello de "Il padrino",e diversi riferimenti cinematografici importanti,evidenti quelli a Scarface(e quindi De Palma) e Fargo(e quindi i Coen).Il cast continua a essere fantastico,con attori che sanno comunicare una grandissima varietà di cose con un solo sguardo.Su tutti Aaron Paul continua a spiccare,per quanto mi riguarda,ma anche Cranston è immenso,come gli altri,fra piccole parti fondamentali e uscite di scena commoventi.

Un telefilm che raggiunge vette paragonabili e spesso superiori a quelle dei migliori film in circolazione negli ultimi anni,che avrà una grandissima influenza sulle serie-tv e sul cinema,per temi trattati,esperimenti narrativi e registici in televisione,gestione della tensione,e tante cose che lo rendono praticamente perfetto.

Nel finale,si può solo applaudire."Breaking bad" sembra volerci dire di seguire se stessi a ogni costo,prendendosi le proprie responsabilità e conseguenze,ma di farlo,in ogni caso senza lasciarsi sopprimere.Perché se Jessie Pinkman è il ragazzo qualunque un po' squilibrato ma fondamentalmente buono che si trova a dover fare cose più grandi di lui,e la sua rappresentazione è molto umana,è uno di noi,e per questo è lui il vero motore emozionale della vicenda,con Walter White il discorso è diverso.E' un mostro?O teneva troppo al futuro della sua famiglia tanto da rischiare tutto?La risposta,in realtà,è molto semplice:è un uomo.E come tutti gli uomini,ha vissuto questi due anni fra abissi e apici,menzogne e chimica,ma almeno,ha reso piena una vita che non gli aveva dato quanto meritava.E avrà quello che si meritava,in tutti i sensi:quello che meritava per le sue azioni ma anche per il suo talento.E' l'opportunità che un qualunque uomo si può trovare davanti,prima o poi:ed è meglio afferrarla,con tutti i rischi del caso,o togliere le mani per non scottarsi?Afferrala,ci dice Walt,afferrala:che tu vinca o perda,almeno ci avrai provato,a perseguire il tuo sogno.